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(ANSA) – ROMA, 12 mar – Sabato 16 marzo anche il Movimento Qualità della Vita scende in piazza per la manifestazione che si terrà a Napoli contro l’applicazione dell’Autonomia Differenziata da parte del governo Meloni. Per dire no a una autonomia che di fondo è un concetto nobile e costituzionalmente previsto ma, di fatto, sancisce una secessione di ispirazione leghista, che stravolge anche princìpi dettati dalla Costituzione: il principio di unità e indivisibilità della repubblica, quello di uguaglianza e il quello di solidarietà. La riforma Calderoli rischia di creare tanti piccoli territori ognuno con le sue competenze e capacità di spese differenti dalle altre, quindi il principio di unità e indivisibilità viene intaccato in modo sostanziale, avvantaggiando i più ricchi. È compito della repubblica ridurre le disuguaglianze sociali, ciò deve valere anche per le disuguaglianze territoriali, ma ciò non sarà così poiché a seconda del territorio verranno garantiti diritti sociali diversi, avvantaggiando quei territori più ricchi. Infine la riforma Calderoli andrebbe a violare anche l’articolo 2 della costituzione sul dovere di solidarietà, che chi ha di più contribuisce a migliorare la condizione di chi ha di meno, ridistribuendo risorse per rafforzare l’intero sistema paese.

Domenico Esposito comitato qualità della vita No AD

“In questi termini – afferma Domenico Esposito, presidente del Comitato per la Qualità della Vita – questo disegno di legge che il governo Meloni tenta di portare avanti rappresenta un ennesimo attacco ai principi fondamentali della costituzione, di fatto distruggendo lo Stato di Unità nazionale”. Le ragioni dei manifestanti rimettono in piedi tante istanze mai risolte, a partire dalla questione meridionale, sparita dalle agende. E questa riforma va proprio in quella direzione. “Bisogna manifestare per contrastare questa cattiva riforma di Autonomia Differenzia della Lega Nord – conclude Esposito – totalmente sconveniente per il meridione, già oggi ultimo per vivibilità, con scarsi servizi, figuriamoci quando ci toglieranno pure le risorse… Un sud senza fondi e senza strategia di rilancio è condannato al fallimento. Perciò il Movimento Qualità della Vita propone un modello di sviluppo per il sud basato sulla crescita della produttività per bilanciare il modello del nord”. (ANSA) – ROMA, 12 MAR –

a cura di Sabatino Di Maio

Manifestazione contro Autonomia Differenziata; analisi sul concetto di autonomia differenziata

Anche il movimento qualità della vita alla Manifestazione contro Autonomia differenziata del Governo Meloni, vediamo perché. Per capire bene di cosa stiamo parlando, dobbiamo innanzitutto farci un’idea di cos’è l’autonomia differenziata.

Innanzitutto l’autonomia territoriale non è da confondere con la sovranità assoluta, ma da una particolare prospettiva è un concetto nobile e democratico. Analizziamo questi motivi applicando questo concetto prima alla persona e poi al territorio. Infatti, la costituzione dà la libertà ad ognuno di noi di essere autonomi e differenti da ogni altro individuo, ed ognuno di noi promuove tale principio in tutti gli ambiti delle proprie relazioni nel rispetto della propria libertà e di quella altrui. Ciò analogamente si applica anche ai territori, con lo scopo di realizzare il “bene comune”.

Infatti, l’Art. 5 della costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”. Pertanto, lo Stato e la costituzione desiderano l’autodeterminazione degli individui e dei territori.

Costituzione italiana

Art. 13 del Testo Unico degli Enti Locali: “1. spettano al comune tutte le funzioni amministrative che riguardano la popolazione ed il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell’assetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. 2. Il comune, per l’esercizio delle funzioni in ambiti territoriali adeguati, attua forme di decentramento sia di cooperazione con altri comuni e con provincia”.

Testo Unico degli Enti Locali

Chiaramente l’amministrazione pubblica competente deve sempre essere adeguata e perciò esiste la cooperazione leale dei vari livelli e gradi, dallo Stato agli enti pubblici locali, e viceversa.

Non a caso: Art. 114 della costituzione: La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.

Costituzione italiana

Secondo questa struttura, siamo cittadini di un comune, di una regione e dello stato. Quindi, per evitare conflitti e sovrapposizioni ci deve essere sempre massima cooperazione e lealtà tra i vari livelli istituzionali. Nel caso in cui nascano dei conflitti legislativi tra la pubblica amministrazione locale e nazionale, in questi casi, vale sempre la legge superiore di Unità nazionale. A meno che non sia incostituzionale, ledendo i diritti sociali delle persone che vivono un particolare territorio comunale, municipale e così via.

Perché questo tipo di Autonomia Differenziata del governo Meloni è un rischio per la democrazia

L’autonomia differenziata del governo Meloni ambisce ad accogliere e soddisfare i fondamentali bisogni della comunità, devolvendo agli enti locali maggiori poteri legislativi. I poteri le gislativi hanno bisogno di risorse economiche per rendere fattive le leggi (PRIMO PROBLEMA). Quindi nasce l’esigenza delle trattenute fiscali per fornire ai territori maggiori risorse economiche per rendere esecutive le leggi. In questo modo si creeranno maggiori disuguaglianze, che già tutt’ora esistono, in termini di spesa pubblica, qualità dei servizi e qualità della vita. La riforma del Ministro Roberto Calderoli da sempre a favore della secessione leghista. Pertanto, oltre a dare adito ad un legittimo sospetto, definito “secessione dei ricchi”, stravolge la costituzione. In pratica, violerebbe 3 principi fondamentali: il principio di unità e indivisibilità della repubblica, il principio di uguaglianza e il principio di solidarietà.

Analizziamo il perchè questa riforma rischia di essere incostituzionale

Il principio di unità e indivisibilità della repubblica violato, poiché se ogni regione assume in maniera del tutto autonoma alcune competenze distinguendosi dalle altre si creano tanti piccoli territori. Quindi si avrebbero territori ognuno con le proprie competenze e capacità di spese differenti da altri. Dunque il principio di unità e indivisibilità viene intaccato in modo sostanziale, avvantaggiando i più ricchi. Secondo questa logica verrebbe violato anche l’articolo 3 secondo comma, il principio di uguaglianza. Infatti, se è compito della repubblica ridurre le disuguaglianze sociali, ciò deve valere anche per le disuguaglianze territoriali. Purtroppo non sarà così poiché a seconda del territorio verranno garantiti diritti sociali diversi, avvantaggiando quei territori più ricchi. Infine, verrebbe violato anche l’articolo 2 della costituzione sul dovere di solidarietà, che ci ha di più contribuisce a migliorare la condizione di chi ha di meno.

Cosa sono i livelli essenziali di prestazione ( in sigla LEP), tra l’altro ancora senza copertura finanziaria

Per cercare di ridurre l’impatto d’incostituzionalità, la riforma prevede i famosi livelli essenziali di prestazione, in sigla LEP. Questi, devono garantire in modo omogeneo gli stessi livelli essenziali su diritti, come sanità, scuola e mobilità, i tre diritti fondamentali di cittadinanza. Così come stabilito all’articolo 117 (secondo comma, lettera m) della Costituzione della Repubblica Italiana, con le rispettive fonti di finanziamento. Quindi per quanto riguarda le competenze aggiuntive che le regioni chiedono, non possono essere oggetto di discussione fino a che non si faranno LEP. La questione importante ed imminente è ora un’altra, come afferma Adriano Giannola presidente di SVIMEZ. Riguarda il trasferimento di quei poteri su quelle materie non soggette al vincolo LEP, ancora poco chiare quali siano queste materie e funzioni, altro problema di questa riforma.

In questi termini, questo disegno di legge che la maggioranza di governo sta votando in parlamento, viola palesemente la costituzione, distruggendo lo Stato di Unità nazionale. Tesi sostenuta anche da Adriano Giannola nella sede del Partito Democratico di via Santa Brigida il 27 febbraio 2024.

Contesto nel quale analizzamo i difetti dell’AD del Ministro Calderoli

Il contesto politico, economico, sociale, culturale e storico è di fondamentale importanza. Bisogna valutare per bene anche il contesto in qui questa riforma nasce e si applica, tra cui quello storico, soprattutto nel rispetto degli interessi meridionali. Prima di tutto c’è da considerare le attuali disparità di spesa pubblica tra Nord e Sud. Poi la scarsa produttività odierna dell’intero Sud Italia, cosiddetto anche Mezzogiorno d’Italia, che si trascina ormai da secoli, la famosa “questione meridionale”. Praticamente la logica di potere cavuriana – definita dall’Esposito – spostò il centro degli interessi politico-economico-sociale dal mediterraneo al centro Europa, con il quale il nordismo ebbe l’occasione di intensificare i rapporti culturali e commerciali con le grandi realtà del centro Europa.

Da allora il meridione che ha perso produttività e prestigio nel mediterraneo, non si è alzato più. Attualmente ultimo nelle classifiche di qualità della vita e benessere. L’attuale divario Nord-Sud penalizza il Sud con servizi di carente qualità per mancanza di fondi. Certo le politiche locali nei decenni non hanno aiutato il meridione a risollevarsi, per la mancanza di strategie di sviluppo del Sud e del mediterraneo da parte sia dei governi nazionali succedutesi nei decenni, interessati soprattutto ai voti con politiche a pioggia, ma poco allo sviluppo, sia dell’Europa, la quale non ha mai mostrato interesse allo sviluppo del mediterraneo, perché poco conveniente ai loro interessi, che sono in competizione al rafforzamento dell’Italia nel mediterraneo.

Manifestazione contro Autonomia differenziata 16 marzo ore 14.30 Piazza Garibaldi

Smaltimento dei rifiuti e cementificazione della pianura Campana

In questo gioco perverso, avallato da interessi superiori, poco nobili come per esempio lo smaltimento dei rifiuti tossici dal Nord al Sud, la distruzione del settore primario con la cementificazione della famosa Pianura Campana, la cosiddetta “Campania Felix”.

Tutto ciò si traduce in perdita di competitività in ogni settore dello stato sociale: lavoro, sanità, studio, trasporti, commercio, deindustrializzazione e così via. In tutto questo, dalla famosa campagna di alfabetizzazione fino ad oggi, evidentemente il meridione parte svantaggiato. Pertanto quando si propone la trattenuta delle tasse per avvantaggiare il proprio territorio, considerando questo contesto, si è egoisti. Infatti, ciò è in accordo con la logica neo liberista di massimo profitto, non curante delle disuguaglianze e sperequazioni territoriali di chi è italiano quanto i cittadini del nord.

Ecco perché il movimento qualità della vita propone una compensazione strategica che nasca da una nuova forma di meridionalismo per bilanciare la logica di potere nordista, quindi attenzione, non è una contrapposizione sud contro nord, ma una strategia per rendere il sud più produttivo, attuando il modello di sviluppo di effetto domino della crescita del benessere dell’ideologia della qualità della vita presentato dall’ideologo Domenico Esposito il 20 gennaio all’Accademia Qualità della Vita in presenza di cittadini e importanti istituzioni come la Vice Presidenza della Camera dei Deputati Sergio Costa, consiglieri comunali, la Rai, la stampa.

Manifestazione contro Autonomia differenziata 16 marzo ore 14.30 Piazza Garibaldi