Contro Autonomia Differenziata anche il PD coopera per l’ostruzionismo parlamentare, nonché per divulgare e manifestare con l’intento di spiegare i rischi della riforma Calderoli. La grande truffa ai danni del sud e dell’intero sistema Italia continua con le politiche maldestre del governo Meloni. Se è vero che i grandi truffatori sono anche i più grandi sognatori, allora è arrivato il momento della sveglia. La consapevolezza dei cittadini italiani sull’inganno Autonomia Differenziata sta crescendo in modo esponenziale. Infatti, le peoccupazioni sono ormai diffuse tra cittadini, forze politiche, accademici e comunità scientifica.
Il 27 febbraio, in occasione della presentazione del Libro Il Mezzogiorno d’Europa, nella sede del PD di via Santa Bricida, nel cuore di Napoli si sono riuniti politici, economisti, cittadini per ragionare insieme sull’Autonomia Differenziata, mettendone in evidenza le pericolose insidie esplicite, ma anche quelle ancora poco chiare.
Manifestazione a Napoli contro l’Autonomia Differenziata
La manifestazione a Napoli contro l’Autonomia Differenziata è fissata per il 16 marzo con partenza da Piazza Garibaldi alle ore 14:30. Sono previsti migliaia di manifestanti da tutta Italia e vedrà la partecipazione di molti napoletani e non solo. Parteciperanno tutti coloro a cui sta a cuore l’Unità d’Italia e la Costituzione Italiana. Quindi aderiscono alla manifestazione anche le forze politiche di tutto il centrosinistra, tra cui il Partito Democratico, il Movimento Cinque Stelle, i Verdi, il Movimento qualità della vita, il Movimento Sturziani, Futuro Meridiano, COBAS, CGL, il Movimento Studentesco etc.
Il Focus dell’iniziativa del PD del 27 febbraio
Il Segretario Metropolitano di Napoli del Partito Democratico Giuseppe Annunziata in sintesi: nasce l’esigenza di proposte politiche alternative che mettano ordine sulle priorità di governo, in un periodo di crisi economiche e di guerre. In quest’ottica si apre un ciclo di quaderni politici e scientifici, con lo scopo di delineare queste priorità, ricordando alla politica nazionale e locale che mancano ancora adeguate politiche di sviluppo territoriali. La presentazione di questo primo quaderno dal titolo: “Il Mezzogiorno d’Europa, fra spinte regionalistiche e politiche di coesione sociale” è un lavoro di analisi e di sintesi di non trascurabile importanza sotto quest’azione legislativa del Governo Meloni. Poiché mette luce sugli obiettivi poco nobili di questo governo, arrogandosi il compito di stravolgere lo Stato così come menti eccellenti, i cosiddetti “Padri e Madri Costituenti”, l’anno giustamente formulato, secondo principi nobili.
Con l’Autonomia Differenziata stiamo distruggendo lo Stato Italiano, non la nazione che esiste già dai tempi di Beccaria e Filangieri, la quale è stata sempre considerata un patrimonio culturale e scientifico dell’umanità… Con l’Autonomia Differenziata di Calderoli si va nella direzione del grande Nord, macro regione, che non è lo Stato….
Adriano Giannola
I temi trattati contro la grande truffa ai danni dell’Italia
Il dibattito inizia elencando gli errori del PD e di Gentiloni che hanno contribuito ad avviare questo persorso federalista e di riconoscimento delle forme di Autonomia Differenziata, a partire dalla modifica del Titolo V della Costituzione fino ad arrivare alle ultime iniziative del governo Gentiloni. L’analisi è continuata poi affrontando il tema del blocco dei fondi sviluppo e coesione. Il divario di spesa tra nord e sud, per esempio la regione Campania ha il 25% in meno per spesa sanitaria, che si traduce in meno posti letto, meno ospedali e meno medici.
La discussione continua sui mancati accordi sulle politiche di sviluppo per il sud, lo smantellamento delle Zone Economiche Speciali (in sigla ZES). Si è parlato anche del divario tra nord e sud in materia di spesa pubblica. Dunque si stima che il nord spende 17 mila euro procapite a fronte di soli 13 mila euro procapite spesi al sud. Nello specifico la Regione Campania spende 12 mila euro procapite. Quindi per portare la Campania agli stessi livelli del nord, dovremmo avere 30 miliardi di euro in più.
Il contributo dei relatori è stato preziosissimo
I relatori del calibro di Adriano Giannola, Amedeo Lepore, Armida Filippelli, Ludovica Agrò, Giueseppe Annunziata e Giuseppe Ossorio hanno dato un contributo preziosissimo. L’elevata acutezza e profondità degli argomenti trattati richiede sicuramente la lettura del libro. Tutavia la naturale risposta del Sud, a bilanciamento del nordismo, è l’affermazione di una nuova forma di meridionalismo che ha radici lontane, la famosa questione meridionale. Questa legge lede l’equità, afferma Adriano Giannola, contro il parere di Calderoli, il quale sostiene che l’Autonomia Differenziata aiuterà tutti a crescere di più.
Adriano Giannola chiarisce:
Il testo Calderoli: nel primo comma si dice giustamente, che le competenze aggiuntive che le regioni chiedono, non possno essere oggetto di discussione fino a che non si faranno i livelli essenziali di prestazione (in sigla LEP) che devono garantire a tutti gli stessi livelli essenziali su diritti, come sanità, scuola e mobilità, i tre diritti fondamentali di cittadinanza. Assodato che le possibili convergenze sulle intese Stato-Regioni possano avvenire a patto che si discuta sui LEP, la questione importante ed imminente è un’altra, afferma Adriano Giannola: riguarda il trasfermento dei poteri su materie non soggette al vincolo LEP, ancora poco chiare quali siano queste materie e funzioni, altro problema di questa riforma.
Sulle 500 funzioni rilevate dal progetto di legge Calderoli, ad ognuna di queste, si associano una o più materie, sulle quali vi potrebbe essere un trasferimento immediato, quindi su alcune, quelle che sono soggette ai LEP non si può fare niente, mentre per tutte le altre si. Quindi se ogni materia è collegata almeno a un LEP la trattativa di trasferimento dei poteri alle regioni si blocca. Se ad una materia non è collegabile un LEP allora la trattativa può proseguire senza ostacoli. Il problema è che molte materie potrebbero non essere condizionabili ad almeno un LEP, come per esempio il commercio con l’estero e con l’unione europea, la protezione civile e così via… Quindi se il problema dei trasferimenti dei poteri dallo Stato alle Regioni, almeno su certe funzioni, è rimandato alla discussione dei LEP. Il problema nell’immediato sussiste su tutte quelle funzioni che non sono soggette ai LEP.
Il sud si ricompatta contro l’autonomia differenziata e il premierato
Il sud si ricompatta contro un governo superficiale e poco lungimirante che non tiene conto delle priorità dell’Italia. Infatti, né il Premierato, né l’Autonomia Differenziata risolvono le disparità e le disuguaglianze che penalizzano il sistema paese. Un governo poco serio che per ragioni di meri interessi di poltrona tenta di umiliare e sottomettere le intelligenze del sud.
Una nuova forma di meridionalismo per bilanciare il nordismo
Un nuovo meridionalismo potrebbe basarsi su una valida strategia di sviluppo territoriale dell’effetto domino della crescita del benessere dell’ideologo Domenico Esposito. Crediamo che ciò possa seguire la strada indicata dall’ideologia della qualità della vita, che ha come suo scopo quello di rafforzare il sud, con politiche strutturali di sviluppo territoriali. Sono anni che la politica nazionale stravolge il centralismo con la devoluzione dei poteri, pensando che questo sia la strategia migliore per bilanciare le ragioni della scarsa produttività del sud. Tra le cause che hanno contribuito a declassare il Sud, da non sottovalutare: il mancato europeismo mediterraneo e l’intenzione del nord Italia d’intensificare i rapporti commerciali con l’Europa, lasciando al palo il Sud fanalino di coda di tutte le classifiche di qualità della vita e di vivibilità.
Conclusioni del confronto
Le soluzioni che escono fuori da questo confronto sono: ostruzionismo parlamentare e iniziative divulgative, anche manifestazioni, per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché sviluppi degli anticorpi politici, e contromosse di bilanciamento. Purtroppo non potrà essere utilizzato lo strumento referendario abrogativo sull’intesa Stato-Regione. A questo proposito è chiara la conclusione di Adriano Giannola, il referendum abrogativo non può essere applicato, così come alcuni Senatori dicono di voler fare. Il referendum abrogativo è inapplicabile sia sulle intese, sia sulla legge, perchè è come una legge di bilancio o trattato tra due Stati, il parlamento può solo approvare o disapprovare.
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