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Agricoltura urbana dell’ideologia della qualità della vita (in sigla IQDV)

L’agricoltura urbana dell’IQDV rientra nel modello di sviluppo di effetto domino della crescita del benessere. Si tratta di un progetto di riforma per la riclassificazione politica, economica e sociale territoriale funzionale alla crescita del benessere. Può essere intesa anche come un modello sviluppo dei fondamentali settori produttivi territoriali. In ambito primario l’agricoltura urbana dell’IQDV, per esempio, propone un certo tipo di agricoltura sostenibile, connettendo in una reazione a catena anche lo sviluppo del settore terziario e tutti gli altri settori. Nello specifico in questo progetto si avvicinano gli interessi di profitto, quindi economici, con quelli sociali relativi alla salute, all’educazione e al senso civico. Infatti, ciò caratterizza il modello di sviluppo sostenibile. Un’altra caratteristica importante di questa riforma è quella di intervenire per ridurre il rischio di scarsa produttività che hanno alcuni territori a causa del liberismo e della sua logica di libero mercato.

APPROFONDIMENTI

Una delle applicazioni progettuali dell’ideologo della qualità della vita Domenico Esposito del programma elettorale presentato a Napoli nel 2016 da candidato sindaco;

Progetto di parco agricolo

Cartina di Napoli vista dal satellite all'interno della quale si evince l'estensione geografica del Parco Metropolitano Colline di Napoli

Questa applicazione di parco agricolo è stata pensata e contestualizzata territorialmente nel parco metropolitano colline di Napoli, situato al ridosso della città come si può ben vedere dalla foto sopra.

Il P. M. C. di Napoli si trova nella parte alta della città, confina con la zona ospedaliera ed è una riserva d’ossigeno, alla quale non possiamo rinunciare. Rappresenta un patrimonio di straordinario valore per le sue terre da sempre rinomate per fertilità e buona ristorazione. Ha un buon potenziale di sviluppo sia per il settore primario, ma anche secondario e terziario.

Il P.M.C. di Napoli istituito nel 2004

Da luglio 2004, con il decreto istitutivo, si è avviata la formazione del Parco regionale metropolitano delle Colline di Napoli.
Esso si estende per 2.215 ettari. Rappresenta circa un quinto del territorio comunale, nella parte nord-occidentale della città, al centro dell’area metropolitana. Inizia dalle pendici dei Camaldoli, che delimitano a nord le conche dei Pisani e di Pianura. Comprende la collina dei Camaldoli, la selva di Chiaiano, il vallone San Rocco, lo Scudillo, la collina di San Martino. Fuori del perimetro ma in stretta contiguità con esso stanno: a ovest, la frazione napoletana del Parco regionale dei Campi flegrei (Posillipo, Agnano e Pianura), a est, il bosco di Capodimonte.

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Una parte del Parco è di proprietà pubblica e un’altra è privata

Questo Parco è composto da una parte pubblica di competenza regionale e comunale e di una parte privata composta da tanti piccoli e medi appezzamenti terrieri. Personalmente lo conosco molto bene perché svolgo al suo interno delle attività, tra cui io e la mia famiglia da sempre produciamo per la casa una serie di buonissimi prodotti. Quindi produciamo: frutta, verdure, legumi, olio, vino, animali da cortile, uova ecc. prodotti che fanno la dieta mediterranea, famosa nel mondo.

Problemi di scarsa produttività e fattori di rischio; la speculazione dei prodotti esteri

Purtroppo, oggi, è in forte aumento l’abbandono delle terre e dei casali sia pubblici che privati. Pertanto la produzione e la trasformazione dei prodotti è diminuita notevolmente, ciò determina degrado, inquinamento e l’edilizia abusiva speculativa. È un territorio con una produttività agricola ormai quasi in via d’estinzione. La scarsa produttività dipende dalla dura competizione con i prodotti agroalimentari provenienti da paesi esteri. Quindi questa speculazione insinua nel mercato una logica dedita esclusivamente al profitto, senza rispetto per gli standard qualitativi, né per l’efficienza energetica, (a causa della quantità di trasporti utilizzati per esportare la merce dai paesi di provenienza. Pertanto, questo incide inevitabilmente sulla qualità e la freschezza del prodotto). Una relazione di partenariato pubblica-privata permetterà di superare i limiti del concetto di mano invisibile del liberismo, dimostratosi incapace di creare giusti equilibri di produttività. Infatti, a certe condizioni è utile la mano dello Stato per garantire tutela e sviluppo. Leggi il liberismo di Ugo La Malfa

Obbiettivo del Progetto di Parco Agricolo

Creare un’efficiente filiera produttiva di qualità, con maggiore occupazione e benessere, nonché vivibilità del territorio. Quindi liberare il potenziale di crescita enorme per l’area nord di Napoli. Il progetto consiste nella realizzazione di un Parco Agricolo all’interno del territorio del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. L’obbiettivo principale del Progetto Parco Agricolo sarà quello di incentivare la qualità e la fruizione del verde pubblico e di avviare una prima fase di filiera produttiva agricola completa che interesserebbe solo un’area ristretta del Parco Metropolitano, con la possibilità di estenderla successivamente qualora i risultati siano sufficientemente promettenti.

Vantaggi economici e fattibilità del progetto; avvicinare domanda e offerta

Questo processo di sviluppo intelligente può avvenire creando le favorevoli condizioni d’investimento per i privati, avvicinando offerta e domanda di qualità. La domanda è data dalle numerose mense cittadine scolastiche, universitarie e ospedaliere che si trovano nelle immediate vicinanze del Parco, che acquisteranno direttamente dal Parco Agricolo, sfruttando il concetto di KM0. Il Parco dovrà garantire un’offerta di qualità nel tempo firmando un protocollo d’intesa con la domanda.

Dare valore al nostro territorio; prospettive future ai nostri figli…

Le relazioni istituzionali sono state avviate; segue una bozza di discussione del protocollo d’intesa con la Regione Campania

Riclassificazione politica[1], economica e sociale dell’area Parco Metropolitano Colline di Napoli per la crescita della produttività, del bene comune e della qualità della vita

Approfondimento progettuale e caratteristica dell’intesa di partenariato

Lo scopo è quello di avviare una prima fase di filiera produttiva agricola completa. Il progetto in questa prima fase interessa solo un’area ristretta del Parco Metropolitano.

Politiche urbane del cibo

Fungere da innesco per l’implementazione di un articolato quadro di Politiche Urbane del Cibo. Il fine è “rendere sostenibili i sistemi alimentari, garantire cibo sano e accessibile alle mense scolastiche e ospedaliere. Inoltre, preservare la biodiversità, lottare contro lo spreco” come enunciato nel Milan Urban Food Policy Pact.

Riduzione degli sprechi alimentari

La distribuzione dei prodotti locali sarà accompagnata da campagne informative per limitare lo spreco alimentare e per limitare gli imballaggi degli alimenti. Gli imballaggi previsti saranno riutilizzabili e riciclabili. Inoltre, verrà progettata una rete di ridistribuzione del cibo in eccesso, grazie alla quale verranno realizzati benefici sociali per le fasce più a rischio della popolazione in un’ottica di economia circolare. Lo scopo è produrre prodotti salubri per il nostri figli per farli crescere forti e sani, e per gli ammalati per farli guarire. Il progetto prevede di realizzare in aree circoscritte del Parco Metropolitano, la produzione annua di prodotti agroalimentari per le mense cittadine scolastiche ed ospedaliere. La cosa interessante è che le aree di produzione del presente progetto si trovano praticamente attaccate alla Zona Ospedaliera.

Caratteristiche della zona ospedaliera, della produzione e della tipologia di consumatore

Questa zona di Napoli è densamente popolata da aziende ospedaliere e da diversi complessi scolastici e universitari. Verranno prodotte le materie prime di qualità, salubri e fresche a Km 0 e trasformate per il consumo quotidiano. La produzione locale realizzata con sistema di agricoltura biologica garantirà materie prime di qualità. Gli utenti che consumeranno questi prodotti sono scolaresche, dipendenti pubblici, di operatori ospedalieri e di pazienti ricoverati.

I benefici progettuali

Sfruttando i fondi di sviluppo e coesione si innesca l’effetto domino della crescita del benessere secondo i canoni dell’IQDV. A fronte di una piccola maggiorazione dei costi di un pasto giornaliero, si innesca un effetto domino di crescita di tutti gli indicatori di benessere. Ammesso che vi sia veramente un costo maggiore, non è detto anche perché si riducono i costi degli intermediari e dei trasporti. Tuttavia per tutti i possibili vantaggi ottenibili, comunque converrebbe. I benefici in termini di crescita del benessere sono: occupazionale e demografica di qualità, di produttività, sostenibilità da ogni punto di vista. Inoltre, crescita delle entrate fiscali riduzione dei rischi che ostacolano il benessere e la sua crescita.

La domanda dovrà garantire

Le strutture che aderiranno al progetto firmeranno un impegno con il Parco Agricolo, atto a garantire la domanda necessaria pluriennale. In questo modo daranno giuste garanzie all’offerta. Le mense potranno scegliere sia prodotti finiti da distribuire direttamente al consumatore finale, sia materie prime da cucinare, se provviste di cucine interne.

Modalità di acquisto dei prodotti da parte dell’utente

Si prevede anche la creazione di una card acquistabile dai pazienti ospedalizzati o altri tipi di consumatori. Pertanto i possessori della card potranno aderire al progetto liberamente scegliendo i prodotti del Parco Agricolo. Infatti, le modalità di acquisto possono variare in base al reddito, all’esenzione ecc.

Approfondimenti strutturali relativi all’offerta

Per garantire un’offerta di qualità saranno necessari le seguenti strutture e interventi. Inoltre, fondi europei, statali e privati possono cooperare trasversalmente per supportare l’offerta e la realizzazione del progetto.

  1. Terre coltivabili per il fabbisogno annuo delle materie prime (ortaggi, frutta, castagne, funghi).
  2. Attrezzature necessarie alla produzione.
  3. Infrastrutture idriche funzionali alla produzione.
  4. Rimodulazione della produzione necessaria al fabbisogno (piante, semi, movimento terra)
  5. Strutture per l’allevamento di carne, latte, uova e formaggi (bovini, ovini, caprini, suini, polli, conigli). Per coprire l’intero fabbisogno di alcuni generi di carne, si potrà far ricorso all’offerta di qualità di aziende campane, quindi non necessariamente presenti nel Parco.
  6. Locali per lo stoccaggio e la trasformazione delle materie prime (depositi, cucine, un macello, un frantoio, un’azienda vinicola).
  7. Partner istituzionali, sponsor (Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare ecc.).
  8. La politica garantire una certa domanda e quindi sarà necessaria una legge che garantisca l’offerta. Ci sono vari sistemi: accordi, card oppure una legge che obblighi le mense comunali, regionali e statali, che aderiranno al progetto, ad acquistare almeno il 70% dei prodotti provenienti dal parco agricolo.
  9. Licenze, richieste di modifiche al piano regolatore e varianti solo se necessarie.

Supporto pubblico in ogni fase del progetto

In materia di consulenza, con azioni di informazione e divulgazione. Anche per quanto riguarda la costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori. Quindi, impiego di fondi per lo sviluppo di aree forestali, agricoltura biologica, sviluppo delle aziende agricole, servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali

Studio di fattibilità del progetto finanziato dalla Regione Campania

Ai fine della realizzabilità del progetto si realizzerà un piano di fattibilità più analitico della presente proposta progettuale, al fine di quantificare la domanda e l’offerta. Quindi redigere i piani economici aziendali, necessari ad individuare la capacità produttiva, calcolare il fabbisogno giornaliero e annuale e così via.

Brevi cenni salienti sugli scopi qualitativi dell’idea progettuale:

Lo scopo della riforma è ridare forma a un paesaggio in decadenza grazie un’applicazione territoriale dell’IQDV. Quindi, salvaguardare uno degli ultimi polmoni verdi della città di Napoli, rendendolo funzionale e restituendo benessere ai cittadini. Partenariato pubblico-privato tra istituzioni e privati cittadini funzionale allo sviluppo, avvicinare la politica agli interessi del territorio. Fornire la spinta necessaria ad incrementare la crescita della produttività del settore primario, secondario e terziario della zona e dei quartieri limitrofi. Crescita demografica e occupazionale di qualità. Attivazione di una rete sistemica di conoscenze multidisciplinari e strutturali. Messa in opera di prodotti e servizi di qualità, per ricreare le basi di un tessuto civico sano ed equilibrato; il tutto coadiuvato da un’adeguata funzione di controllo. Infine, l’insieme di tutti gli indicatori presi in considerazione rappresenta un piano di crescita della qualità della vita.

Fattori politici, economici e sociali che limitano la crescita:

La vasta area del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli se adeguatamente riqualificata, può liberare un potenziale di sviluppo significativo, attualmente inespresso, a causa:

Politici

Manca una relazione di partenariato pubblica-privata che incentivi lo sviluppo e gli investimenti. Quindi creare favorevoli condizioni d’investimento

Economici

Il sistemi politico-economici che hanno governato da cinquant’anni il territorio non hanno favorito lo sviluppo di quest’area. Il solo liberismo non è bastato a garantire benessere, il libero mercato ha fatto si che la produzione diventasse sconveniente. In pratica l’offerta non ha più mercato se la domanda preferisce prodotti a basso costo provenienti da mercati esteri. La logica del profitto superficiale e senza scrupoli degrada il territorio, facendolo perdere di competitività.

Sociali

Il tessuto sociale ha perso il contatto con la natura e stili di vita funzionali al vero benessere. Si è persa l’importanza di mangiare sano, rendendo il proprio territorio vivibile, sano e produttivo. Scarsa consapevolezza della sostenibilità.

Le terre abbandonate fanno abbassare il livello di qualità della vita

Lo squilibrio è che le terre rischiano l’abbandono progressivo con il degrado che ne consegue. Diventano terreno fertile per lo svolgimento di attività illegali, che aumentano quando c’è abbandono, disorganizzazione, noncuranza, degrado sociale e culturale. Altro problema è il progressivo deterioramento del suolo, che tende alla desertificazione, anche a causa della speculazione edilizia selvaggia. Ciò genera anche danni idrogeologici e ambientali notevoli, facendo abbassare la qualità della vita del territorio e dei quartieri limitrofi.

Perdita di competitività

Queste “sacche di degrado” inevitabilmente producono danni all’intero sistema cittadino, regionale e nazionale. I rischi investono tutti i settori produttivi locali, e che incidono in maniera profondamente negativa sull’umore e la fiducia nelle istituzioni dei cittadini. Senza contare gli incalcolabili danni a lungo termine prodotti ad esempio dallo smaltimento illegale di rifiuti sulla salute degli stessi. Reati di questo genere producono anche un danno al paesaggio di notevole impatto e la politica, vista come incapace di dare giuste risposte ai problemi delle persone, finisce col perdere di credibilità. Di conseguenza il sistema diventa scarsamente competitivo, declassificandosi finanziariamente.

Impatti trasversali/indiretti di carattere economico-sociale:

I cittadini napoletani hanno perso quasi del tutto il contatto con la natura e la cultura contadina. Ciò ha causato la perdita di una certa classe di valori e consuetudini che, tuttavia, aiutano non poco a mantenere uno stile di vita più sano ed equilibrato. La sostenibilità alimentare garantita dalla dieta mediterranea, la sensibilizzazione al senso civico e l’educazione ai fondamenti del benessere sono obiettivi indiretti del progetto. Tutti aspetti vitali al giorno d’oggi, così come il recupero energetico, la produzione di energia solare, la necessità di quartieri urbani vivibili. Ma anche la responsabilità verso il bene comune, l’esigenza di maggiori entrate fiscali, di risparmi sulla spesa sanitaria, di sostenibilità ambientale e finanziaria.

Di seguito riportiamo tutte le attività svolte da Domenico Esposito sopra descritte con immagini reali

 

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