Zona Gialla – Crisi covid-19; la nuova povertà a cura di Gianfranco Bellissimo
È bastato l’annuncio del rapido passaggio dalla zona rossa alla zona gialla, con una breve parentesi in arancione, per vedere nuovamente le strade affollate di cittadini desiderosi di ritornare alle vecchie abitudini di vita! Tuttavia, è amaro constatare che per molti il tornare alla vita si è tradotto in un incontrollato ritorno al consumismo più sfrenato. La felicità di poter nuovamente tornare ad affollare le strade, di poter “consumare”, ci fa dimenticare che, ancora oggi, esistono persone che aspettano, con vergogna, di poter rovistare nei contenitori dell’immondizia per poter raccogliere gli scarti dei negozi o dei supermercati e portare alle loro famiglie qualcosa da cui trarre sostentamento, anche se per noi è solo immondizia.
Quanti bambini non si lamentano di non aver gustato un gelato con panna, ricevuto in regalo l’ultimo modello di giubbotto o un nuovo telefonino perché non sanno nemmeno cosa e se potranno mangiare! Sarebbe magnifico se, in questo momento di ritorno alla normalità, cercassimo di “stupire” noi stessi di tutto ciò che potremmo e dovremmo fare per chi è meno fortunato, ed in questo modo scoprire che tutti noi possiamo essere i veri protagonisti del miglioramento della qualità della vita. Tutto ciò non elargendo “elemosine” ma con la gentilezza, ovvero con un atto che renda migliore la vita di qualsiasi essere vivente anche solo per un momento. “Gentilezza” è una parola della quale abbiamo perso il significato reale, nel quale possiamo trovare facilmente una motivazione più che valida per donare il nostro cibo o il nostro tempo a chi ne ha bisogno!
Non importa se offriamo poco o molto, ciò che importa è offrire ai bisognosi con una disposizione tale da far sentire bene non solo i destinatari dei gesti solidali, ma anche chi li compie. È gratificante adottare comportamenti che vanno oltre la normale capacità di agire e ci spingono a fare cose più grandi di noi. In questo momento di ritorno alla “normalità” cerchiamo di non fare “elemosina” ma impegniamoci a rendere normale l’essere compassionevoli, regalando in questo modo dignità e sorrisi: sarà un modo, forse fra i più soddisfacenti, per migliorare la nostra qualità della vita attraverso il miglioramento di quella degli altri.
Gianfranco Bellissimo