VERTICE ALASKA: CONFRONTO TRA SUPERPOTENZE PER UN POSSIBILE PONTE DI PACE
Autore: Domenico Esposito – Presidente Accademia Italiana Qualità della Vita
Vertice Alaska USA–Russia: tra simbolismo, strategie globali e la proposta di pace dell’Accademia Italiana Qualità della Vita
Domenico Esposito (Accademia Italiana Qualità della Vita): “Trasformare la tragedia ucraina in un’opportunità globale”
Un incontro che vale più della somma delle parti
Il vertice in corso ad Anchorage, in Alaska, tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, rappresenta un momento di forte valenza simbolica e strategica per l’intero scenario internazionale. Non si tratta soltanto di un incontro bilaterale. Infatti, la scelta dell’Alaska, crocevia geografico tra Oriente e Occidente, è essa stessa un messaggio di pari dignità e di reciproco rispetto. Quindi due potenze divise da profonde divergenze riconoscono l’importanza del dialogo diretto per la pace e la cooperazione.
Un vertice Alaska come punto di arrivo di un percorso strutturato
A prima vista, il summit può sembrare organizzato in tempi relativamente rapidi. In realtà, la Russia è da mesi impegnata nella costruzione di una rete solida di relazioni con i Paesi BRICS, una strategia che ha accresciuto il suo peso politico e la sua credibilità a livello globale. Al contempo, gli Stati Uniti non sono rimasti a guardare: dall’azione dell’amministrazione Biden fino all’attuale fase guidata da Donald Trump. Un nuovo equilibrio, che ha sviluppato una politica economica e geopolitica nota come “Trumponomics”, fondata su protezionismo, supremazia nazionale e rapporti di forza.
Un approccio che appare, almeno nella forma, antitetico alla strategia cooperativa e sostenibile dell’Ideologia della Qualità della Vita (IQDV) che l’Accademia Italiana Qualità della Vita propone da anni.
L’IQDV parte da un presupposto diverso: superare le logiche puramente competitive, trasformando i conflitti in opportunità di cooperazione internazionale e sviluppo condiviso. In questa prospettiva, l’Accademia ha avanzato una proposta di negoziato per la pace e la non belligeranza che mira a trasformare la tragedia della guerra in Ucraina in un’occasione per ridefinire le relazioni tra Russia e Occidente.
Possibile proposta di Pace dell’Accademia al Vertice di Alaska
Il piano prevede che le sanzioni economiche imposte alla Russia vengano convertite in risarcimenti diretti per il popolo ucraino, destinati alla ricostruzione del Paese. In cambio, la Russia otterrebbe garanzie strategiche sui territori attualmente occupati e la promessa formale che l’Ucraina non entrerà nella NATO. Questa soluzione, per quanto complessa, aprirebbe la strada a un riequilibrio geopolitico stabile, riducendo il rischio di nuovi conflitti. Un metodo per rilanciare i canali commerciali e culturali tra Mosca e l’Occidente.
Il progetto include anche una rinnovata collaborazione tra Russia, Stati Uniti ed Europa, attraverso partenariati pubblico-privati trasparenti finalizzati a finanziare progetti socialmente utili, con interventi territorializzati e mirati a migliorare la qualità della vita delle popolazioni coinvolte.
Un approccio che, ispirandosi al principio paretiano, mira a garantire benefici a tutte le parti:
1. All’Europa, maggiore stabilità e crescita economica attraverso la ricostruzione
dell’Ucraina;
2. Alla Russia, il riconoscimento di alcuni interessi strategici e la possibilità di normalizzare i
rapporti con l’Occidente;
3. Agli Stati Uniti, il consolidamento della propria influenza geopolitica senza escalation
militari e la salvaguardia delle risorse strategiche ucraine.
PETIZIONE: Negoziamo la Pace e la non Belligeranza con la Russia
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Il paradigma geopolitica dell’ideologia della qualità della vita
«L’obiettivo – dichiara Domenico Esposito – è creare uno scenario in cui tutti possano trarre vantaggi politici, economici e sociali. È un approccio pragmatico che mette al centro il bene comune e la qualità della vita delle persone, superando le logiche punitive e conflittuali».
Questo paradigma, che definiamo geopolitica dell’Ideologia della Qualità della Vita, punta a inaugurare una nuova forma di globalizzazione basata sulla condivisione delle regole, sul rispetto delle diversità culturali, sullo sviluppo territoriale sostenibile e su una maggiore connessione tra i continenti. Non più liberismo selvaggio, ma politiche per la cura della persona e dei territori; non
più egemonia unilaterale, ma cooperazione multilaterale regolata.
Il vertice in Alaska, seppur frutto di interessi divergenti, potrebbe essere l’occasione per avviare questo percorso. Un’occasione per dimostrare che le grandi potenze, pur restando fedeli alle proprie priorità, possono convergere su un obiettivo comune: trasformare il conflitto in opportunità di pace e sviluppo globale.
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