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La strategia gandhiana della non violenza, anche conosciuta come “Satyagraha” o “Forza della Verità”, è un approccio filosofico e politico sviluppato da Mahatma Gandhi, leader del movimento per l’indipendenza dell’India. La non violenza gandhiana si basa su principi etici fondamentali, tra cui il rispetto per la vita umana, la verità, l’amore, la compassione e la giustizia. La sua filosofia si oppone alla violenza fisica, all’odio e all’ingiustizia, promuovendo invece la resistenza pacifica e la ricerca di soluzioni non violente per i conflitti. Gandhi credeva che la non violenza fosse uno strumento potente per combattere l’oppressione e ottenere il cambiamento sociale. La sua strategia consisteva nell’utilizzare metodi di protesta non violenta come lo sciopero della fame, le marce pacifiche, la disobbedienza civile e il boicottaggio per esercitare pressione sui governi o le istituzioni che perpetuavano l’ingiustizia.

La forza della non violenza

La forza della non violenza risiede nella capacità di sconvolgere l’ordine esistente, attirare l’attenzione sulla causa e sminuire il potere oppressivo attraverso azioni di resistenza pacifica. Gandhi credeva che, affrontando la violenza con la non violenza, si potesse trasformare l’avversario, inducendolo a riconsiderare le sue azioni e ad adottare un approccio pacifico. La non violenza gandhiana non significa semplicemente evitare la violenza fisica, ma implica anche una trasformazione interiore e un impegno a vivere secondo principi morali elevati. Gandhi riteneva che la non violenza dovesse essere praticata a tutti i livelli della vita, inclusi pensieri, parole ed azioni.

La strategia gandhiana della non violenza ha influenzato molti movimenti

La strategia della non violenza di Gandhi ha influenzato molti movimenti di resistenza e lotta per i diritti civili in tutto il mondo, tra cui il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, il movimento anti-apartheid in Sudafrica e il movimento per l’indipendenza guidato da Martin Luther King Jr. In sintesi, la strategia gandhiana della non violenza è un approccio basato sulla resistenza pacifica e sulla promozione dei valori morali per combattere l’ingiustizia e ottenere il cambiamento sociale. Riconosce il potere della verità e dell’amore come strumenti per trasformare i conflitti e costruire una società più giusta e pacifica.

L’ideologo Domenico Esposito suggerì l’applicazione della strategia gandhiana prima dell’invasione russa, purtroppo inascoltato

Quando parlano le armi regna il caos e la malvagità, al contrario sono i diritti ad avere voce in capitolo, perciò la non violenza è una strategia utile a garantire diritti.

Domenico Esposito




La strategia gandhiana è una soluzione pacifica a ipotesi di conflitto o anche durante invasioni, come quella attuata dalla Russia contro l’Ucraina nel 24/02/2022. Essa utilizza il principio di non violenza del pacifista Gandhi che si oppose strenuamente a qualsiasi ipotesi di risoluzione bellica dei conflitti tra Stati o conflitti territoriali. Essa si basa sul principio che quando sono le armi a parlare, accadono cose malvage. Al contrario quando non sono le armi a parlare, prevalgono i diritti.

La strategia gandhiana favorisce le soluzioni diplomatiche

Chi utilizza la strategia gandhiana si pone dal punto di vista del diritto in una posizione di forza maggiore rispetto a chi aggredisce contro i diritti. L’aggressore s’indebolisce eticamente, politicamente, socialmente ed economicamente per le sue azioni irrispettose, e per le sanzioni imposte per tali deplorevoli azioni. L’aggradito non subisce perdite gravi, ha solo da guadagnarci nel tempo. Infatti, nell’immediato non subisce perdite umane, né distruzione, né bombardamenti. Al contrario, l’aggressore ha solo da perdere per le gravi penalità imposte dal mondo intero e per la perdita di prestigio a livello mondiale. L’ideologia della qualità della vita propone la strategia gandhiana come strumento geopolitico per la risoluzione anche di contese geopolitiche di questo genere.

La non violenza è un principio cristiano

La scelta di non inviare armi all’Ucraina deve essere inquadrata nell’ambito di questa strategia. Così come afferma il decano dei pacifisti cattolici: “La non violenza non è una resa. Se la guerra è follia, lo è sempre”.