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Premio Nobel ai Bambini Palestinesi; candidatura al Premio Nobel per la Pace

La proposta di assegnare il Premio Nobel per la Pace ai bambini palestinesi, (in particolare a quelli di Gaza) è un’iniziativa promossa dall’Accademia Italiana Qualità della Vita e da diverse associazioni con connotati diversi, tra cui l’associazione culturale “L’Isola che c’è”. La proposta dell’Accademia Italiana qualità della Vita ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione internazionale sul diritto alla vita e alle condizioni di qualità della vita. Ciò si riferisce ai bambini palestinesi, come a quelli israeliani, e a tutti i bambini vittime di una società malsana. L’iniziativa ha ottenuto il sostegno di numerose istituzioni, tra cui la Vicepresidenza della Camera dei Deputati rappresentata dall’On. Sergio Costa, membro del Comitato Scientifico dell’Accademia Italiana Qualità della Vita, l’Università del Salento, il Policlinico di Bari e così via. Ed è diventata un atto dello Stato Italiano con la Mozione della decima carica della Stato On. Sergio Costa.

Scopo della Proposta dell’Accademia

Questa proposta dell’Accademia, forte nella sua carica universale, non nasce da logiche di parte. Essa si basa su una visione etica e umanistica fondata su ciò che ci rende tutti ugualmente umani: “l’istinto di proteggere la vita, i bambini, e ciò che è fragile e sacro.” Infatti, abbiamo scelto di indicare i bambini palestinesi non tanto come simbolo di appartenenza a una parte, ma perchè rappresentano, di fatto, il punto di rottura: il limite umano superato in una storia che da troppo tempo genera dolore e devastazione. È un invito a riconoscere che nessun essere umano ha il diritto di disprezzare la vita a tal punto — un principio che è bene riaffermare con fermezza in ogni epoca. Oggi, purtroppo siamo chiamati a farlo attraverso ciò che è più sacro e puro: i bambini.

I bambini palestinesi sono vittime innocenti non solo di aggressioni esterne, ma anche di chi li ha esposti e non protetti. Dunque anche della nostra incapacità collettiva, come umanità, di costruire pace, dialogo e cooperazione. Assegnare loro il Premio Nobel per la Pace non significa alimentare contrapposizioni, ma riconoscere la necessità di un cambiamento di paradigma. Il che vuol dire che bisogna partire dal punto più vulnerabile e universale: la vita e l’infanzia violata. L’Accademia Italiana Qualità della Vita, con il sostegno del Movimento Qualità della Vita, promuove da anni una visione fondata sul principio della Qualità della Vita. Quindi come base per costruire equilibri stabili, giusti e duraturi, tanto a livello individuale quanto collettivo, nazionale e internazionale.

In questa visione, la pace non è un compromesso tra forze contrapposte, ma una scelta di civiltà, fondata sulla cura reciproca, sulla cooperazione, e sulla consapevolezza del valore della vita umana. Questa proposta potrebbe diventare una nuova mozione di pace, capace di invitare le parti in conflitto — i due popoli e i due Stati — a ritrovarsi su un terreno comune di umanità. Dunque ricostruire a partire dai bambini, dalla protezione, dall’educazione e dalla qualità della vita come priorità condivisa. Il nostro appello è quindi anche una visione trasformativa del futuro. Crediamo che ogni essere umano possa ritrovare benessere e senso solo accettando un’evoluzione continua: la forma (vecchie abitudini, modelli, paure) si dissolve, e l’essenza (la verità di sé) si trasfigura in nuove relazioni, nuova cultura, nuova società, fondata sulla cooperazione per la Qualità della Vita.

Pertanto, chiediamo che il Premio Nobel per la Pace venga assegnato ai bambini palestinesi attraverso un rappresentante che lo utilizzi per le finalità preposte. Quindi affidato a un alto rappresentante che possa essere portatore di un percorso concreto di pace tra i due popoli e nel mondo, secondo questi valori. Siamo convinti che questa proposta, nella sua forza semplice e profonda, possa diventare un seme universale. Un nuovo inizio, di fatto, capace di generare una nuova essenza di vita, fondata su equilibrio, empatia e responsabilità collettiva.

Quando è nata l’idea e chi ha promosso l’iniziativa

L’idea è nata a Napoli il 4 maggio 2025, durante una riunione sul tema Palestina tra persone provenienti da scuole politiche differenti. L’idea fu di Giuseppe De Mita, noto politico ex. Sindaco di Nusco, amico dell’Accademia Italiana Qualità della Vita. In questa riunione, su proposta di Domenico Esposito, si convenne fin da subito che l’azione comune dovesse fondarsi su un principio essenziale: difendere i bambini e i più deboli, oltre ogni divisione. Diversi nelle opinioni e nei percorsi politici, ma uniti da un sentimento comune: umanità per l’umanità. Consapevoli che si stava consumando un vero e proprio disastro umanitario, allo scopo di sensibilizzare quante più persone lanciamo una petizione per la raccolta di firme. Infatti ad oggi siamo quasi a tremila firme con diverse campagne social. (FIRMA LA PETIZIONE Clicca su questo –> https://chng.it/4cfzdX9trK)

La proposta fu ufficializzata il 21 maggio 2025 con la pubblicazione del Manifesto Premio Nobel per la Pace ai Bambini Palestinesi sulla testata giornalistica La Qualità della Vita. Successivamente è stata condivisa da altre associazioni, tra cui “L’Isola che c’è” che ha coinvolto tutta la Puglia. Infatti, la Puglia e tra le regioni italiane più attive, con il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Anche la Regione Campania ha dato il suo contributo facendosi avanti con la Mozione del gruppo M5S e così via. Ad oggi, l’iniziativa ha ricevuto sostegno da istituzioni accademiche, come l’Università del Salento; ospedali, come il Policlinico di Bari etc. Personaggi pubblici: Hanno sostenuto pubblicamente la proposta personalità di rilievo, tra cui la rettrice eletta dell’Università del Salento, Maria Antonietta Aiello, e il cantante Al Bano Carrisi.

Modalità Premio Nobel ai Bambini Palestinesi

L’iniziativa consiste nella presentazione formale della candidatura al Comitato Norvegese del Premio Nobel per la Pace, ma il suo valore è soprattutto politico e sociale. Si configura come una campagna di sensibilizzazione epocale, che ha coinvolto eventi, manifesti, incontri, manifestazioni e azioni pubbliche.

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