Come è nato il manifesto per assegnare il Premio Nobel per la Pace ai Bambini Palestinesi
È da anni che immaginiamo una pace giusta tra questi due grandi popoli fondata sul principio di qualità della vita
Domenico Esposito
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Nobel per la Pace ai Bambini Palestinesi: un appello universale
di Domenico Esposito – Presidente Accademia Italiana Qualità della Vita
La proposta di candidare i Bambini Palestinesi al Premio Nobel per la Pace è nata a Napoli il 4 maggio 2025, durante una riunione sul tema Palestina tra persone provenienti da scuole politiche diverse. Su mia proposta convenimmo subito che il nostro agire insieme dovesse fondarsi su un principio essenziale: difendere i bambini e i più deboli, oltre ogni divisione. Diversi nelle opinioni e nella politica, ma uniti da un sentimento comune: umanità per l’umanità.
Da qui è scaturita la proposta che l’Accademia Italiana Qualità della Vita ha fatto propria, ponendola come cardine di un’iniziativa che non vuole piegarsi a logiche divisive, ma agire con l’istinto umano più profondo: proteggere la vita più pura e innocente, ossia quella dei bambini.
Le sovrastrutture politiche e morali sono necessarie, ma vengono dopo: prima c’è l’essenza come spinta etica a fermare la guerra, a guardare in faccia la tragedia, la disumanità e a ricordare alla comunità internazionale un principio universale: ogni bambino, in ogni parte del mondo, ha diritto all’amore materno e a crescere al sicuro con la propria famiglia.
Perciò mi sono sentito in dovere di richiamare più volte il Parlamento Italiano a seguire questa linea. Un richiamo che è stato accolto come un seme di speranza dal Vicepresidente della Camera, On. Sergio Costa, il quale si sta impegnando a costruire in Parlamento un consenso unitario.
Alfred Nobel, nel suo testamento del 1895, immaginò il Premio per chi costruisce la pace. Infatti esso viene assegnato a persone o a organizzazioni. Perciò, come Accademia, siamo già al lavoro per individuare chi potrà ricevere il Premio Nobel: un rappresentante di pace fondata sul principio della qualità della vita. Solo così ha senso questa proposta.
Assegnare loro il Premio Nobel per la Pace non significa alimentare contrapposizioni, ma riconoscere la necessità di un cambio di paradigma, a partire dal punto più vulnerabile e universale: l’infanzia violata.
I bambini palestinesi sono vittime innocenti non solo di un’aggressione esterna, ma anche di chi li ha esposti e non protetti, anche della nostra incapacità collettiva – come umanità – di costruire pace, dialogo e cooperazione.
In questa chiave di lettura, il Nobel ai Bambini Palestinesi non sarebbe soltanto un gesto rivolto a Gaza.
Sarebbe un riconoscimento universale a tutti i bambini vittime delle guerre: dai piccoli israeliani uccisi o presi in ostaggio il 7 ottobre 2023, ai bambini dell’Ucraina, della Siria, dell’Afghanistan, del Sudan e così via.
Principi Fondamentali di questo manifesto politico
- Ogni bambino ha diritto alla vita, alla libertà, all’istruzione e alla protezione, come sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia.
- I bambini palestinesi sono vittime innocenti di una catastrofe umanitaria, che nega loro l’accesso a diritti elementari e li espone a traumi irreparabili.
- L’umanità ha il dovere morale di alzare la voce, quando il silenzio uccide due volte: la prima con le bombe, la seconda con l’indifferenza.
- Il Premio Nobel per la Pace è un simbolo internazionale di coscienza e civiltà: assegnarlo ai bambini palestinesi significa costruire le basi per un nuovo percorso di convivenza pacifica.
Richiesta Formale Manifesto Nobel per i bambini palestinesi
Chiediamo al Comitato Norvegese del Premio Nobel per la Pace di assegnarlo ai bambini palestinesi per richiamare l’umanità alla sua più alta responsabilità: proteggere la vita dei bambini, innescando consapevolezza e un nuovo percorso evolutivo, basato sul principio di qualità della vita.
Questa assegnazione avrebbe un valore altamente politico e sociale.
Impegno dei Promotori; oggi siamo diventati in tanti
ci impegnano a:
- Presentare la candidatura con un dossier formale.
- Sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso campagne, eventi e azioni istituzionali.
- Costruire una rete internazionale di adesioni politiche e culturali.
- Individuare un rappresentante che dovrà gestire il Premio.
- Cooperare con le Nazioni Unite, l’UNICEF e le organizzazioni umanitarie.
Appello alla Mobilitazione
Chiediamo a ogni cittadino, ente locale, parlamentare, docente, artista, sindaco, ministro, associazione o ambasciata di aderire e sottoscrivere questo manifesto. Dunque, ogni firma è un gesto di giustizia. Ogni parola è uno scudo. Ogni voce è una carezza per un bambino ferito.
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