l’importanza delle relazioni umane secondo natura: coltivare relazioni, tra fiori e alberi
di Domenico Esposito – Ideologo della Qualità della Vita
La qualità della vita, come teorizziamo e promuoviamo da anni attraverso l’Ideologia della Qualità della Vita (IQDV), non si misura soltanto con indicatori economici o parametri sanitari. Certo, reddito, salute e sicurezza sono dimensioni fondamentali, ma non bastano. La vera qualità della vita si compie quando queste basi strutturali si intrecciano con la dimensione relazionale, affettiva e simbolica dell’esistenza umana.
In altre parole: la felicità non si misura solo con ciò che possediamo o con quanto viviamo, ma con la qualità dei legami che riusciamo a costruire e a mantenere. Le relazioni umane sono l’infrastruttura invisibile del benessere. Non c’è progresso autentico se le persone si sentono sole, non ascoltate, ignorate. (Movimento qualità della vita)
Per descrivere il valore delle relazioni, possiamo ricorrere a una metafora semplice ma efficace: i fiori e gli alberi. Entrambi sono forme di vita vegetale, entrambi sono parte della natura, ma ci chiedono attenzioni diverse, ci insegnano cose diverse. Allo stesso modo, non tutte le relazioni sono uguali, e saper riconoscere la natura del legame che viviamo è fondamentale per viverlo al meglio.
I fiori: la delicatezza della presenza
I fiori rappresentano le relazioni fragili, nuove, intense ma ancora giovani, che richiedono cura quotidiana, attenzione costante, ascolto profondo. Come i fiori, queste relazioni hanno bisogno di luce, di parole giuste, di piccoli gesti, di una vicinanza che si rinnova ogni giorno. Un’amicizia appena nata, un amore in costruzione, un rapporto che attraversa una fase delicata: tutti questi legami chiedono presenza viva e consapevole.
Dimenticarsene, trascurarli, darli per scontati può equivalere a farli appassire. Prendersene cura, invece, significa riconoscere il valore dell’altro e metterlo al centro di una relazione viva, che nutre entrambi. È in questo tipo di relazione che si manifesta la nostra capacità empatica, la nostra disponibilità a investire tempo e attenzione negli altri.
Gli alberi: il rispetto della distanza
Ma esistono anche relazioni più solide, radicate nel tempo, che hanno superato le tempeste e imparato a reggere il vento. Sono come gli alberi: non hanno bisogno di cure quotidiane, ma di rispetto e gratitudine. Pensiamo a un genitore anziano, a un maestro che ha segnato la nostra formazione, a un figlio ormai adulto che ha intrapreso la sua strada. Sono relazioni in cui l’autonomia non è distanza, ma maturazione; in cui l’assenza di contatto quotidiano non è disamore, ma fiducia reciproca.
Gli alberi ci insegnano il valore della pazienza, della stabilità, della memoria. Ci insegnano che l’affetto può essere silenzioso, eppure profondo. Come i figli che crescono e partono, le grandi relazioni della vita ci chiedono di lasciare andare senza smettere di amare. Continuano a dare ossigeno alla nostra esistenza anche quando non sono sotto i nostri occhi ogni giorno.
Due forme di amore, una sola qualità della vita
Fiori e alberi: due modi diversi di vivere l’amore, l’amicizia, la connessione. Due dimensioni complementari del vivere bene. La sfida è saperle riconoscere e onorare entrambe. Prendersi cura dei fiori con attenzione, rispettare gli alberi con riconoscenza.
In un’epoca segnata da iperconnessioni digitali ma da crescente solitudine reale, tornare a dare valore ai legami umani è un atto rivoluzionario. Significa ripensare il tempo, le priorità, i gesti quotidiani. Significa imparare a guardare negli occhi, a condividere silenzi, a dire “grazie” e “ti voglio bene” senza imbarazzo.
Importanza delle relazioni umane: conclusione
Come dico spesso:
“Il vero lusso oggi è guardarsi negli occhi, dedicarsi tempo, stare davvero insieme. Sono questi i gesti che contribuiscono ad aumentare la qualità della vita, giorno dopo giorno, incontro dopo incontro.”
La qualità della vita è anche questo: coltivare relazioni che fioriscono e radici che durano.
Nasce il progetto “Glateo digitale per convivere meglio” a cura dell’Accademia Italiana Qualità della Vita.
Conclusione
Uno dei momenti più preziosi e rari nell’esperienza umana è quando una relazione riesce a essere al tempo stesso “fiore” e “albero”, vuol dire che ha trovato un equilibrio speciale. Dunque conserva la presenza viva e l’attenzione quotidiana tipica dei fiori, ma ha anche la profondità e la stabilità degli alberi.



In questo caso il legame è nutriente sia nell’immediato che nel lungo periodo. È quella relazione che, anche se non ci si vede tutti i giorni, quando ci si incontra si ritrova lo stesso calore e la stessa cura di un inizio mai appassito. Oppure, al contrario, è un rapporto vissuto fianco a fianco ogni giorno, ma senza mai dare l’altro per scontato, mantenendo viva la curiosità e il rispetto reciproco.
Nella mia lettura, ciò avviene quando nella relazione si sono radicati tre elementi fondamentali:
- Cura costante, senza cadere nell’abitudine che svuota di senso i gesti.
- Rispetto dell’autonomia, senza paura della distanza.
- Riconoscenza reciproca, che impedisce al tempo di logorare il legame.
Questo incontro tra le due nature è raro perché richiede maturità emotiva, consapevolezza e volontà di entrambi. Ma quando accade, diventa una fonte di stabilità e gioia che accompagna la vita come una pianta perenne, capace di fiorire ogni stagione.
(RIPRODUZIONE VIETATA, riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di LA Qualità della VITA)


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