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Le disparità di qualità della vita tra Nord e Sud, tra territori più sviluppati e altri meno c’è sempre stata. Da sempre alcuni popoli per capacità, per l’esperienza e le conoscenze acquisite si sono distinti da altri per il benessere. Scopo di questo articolo è di analizzare quando ciò è stato realizzato per meriti o demeriti propri oppure ai danni di altri.

Esiste un problema di disparità di qualità della vita in Italia

In Italia, come in altri paesi, esistono territorio con una qualità della vita migliore rispetto ad altri, l’aspetto particolare di questo fenomeno è che vi è una netta divisione tra Nord e Sud Italia. Infatti, secondo le classifiche che si fanno ogni anno sulla qualità della vita in Italia si evince che le città e le regioni del centro Nord sono più avanti con punteggi più alti, mentre il Sud delude ed è fanalino di coda. Nonostante molti cittadini del Sud criticano queste statistiche additandole come ingenerose, rivendicando modi di vivere unici, come lo stile di vita napoletano cosi definito napoletanità. Purtroppo, a parità di opportunità lavorative e qualità dei servizi a cittadini ed imprese, i dati parlano chiaro dando ragione alle classifiche. Grazie a questi indicatori i risultati sono oggettivi, quindi innegabili. Evidentemente il Sud avrebbe bisogno di politiche attive per la qualità della vita e le risorse necessarie per realizzarle. Dunque diventa necessaria una governance europea e geopolitica più attenta allo sviluppo del Sud. Pertanto bisogna anche implementare infrastrutture ideali e materiali per meglio collegare le relazioni pacifiche nel mediterraneo con il resto del mondo.

Lo Stato italiano fa poco per equiparare questo divario

Lo Stato italiano invece di rafforzare il Sud rendendolo più competitivo per rafforzare l’Italia intera, continua a negargli risorse economiche necessarie a ridurre queste differenze. Ciò è dimostrato dalle politiche di Bilancio degli ultimi decenni dai governi sia di Centro Sinistra che di Centro Destra. In queste ore anche il Governo Meloni si appresta a varare provvedimenti legislativi che non si distaccano dai passati governi. Praticamente pare ci sia l’intento di varare già dalla prossima Legge di Bilancio misure che spingono verso una maggiore autonomia regionale e di come ripartire le risorse a vantaggio del Nord. Ad avvalorare la tesi vi è il recentissimo articolo, circostanziato, del giornalista Luca Antonio Pepe dal titolo Autonomia e Lep, ecco la bozza che condanna il sud.

I fautori della politica nordista della Lega Nord e il partito conservatore della logica cavuriana di Giorgia Meloni

L’attuale Ministro degli Affari regionali e le autonomie del governo Meloni Roberto Calderoli della Lega Nord insieme al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, tra l’altro in corsa per una riconferma elettorale alle prossime elezioni regionali, da anni operano per dare al Nord più risorse economiche. Ecco perché il governo Meloni si pone nell’ambito politico conservatore della logica di potere cavuriana, definita dal sottoscritto come quella logica che trova vantaggioso portare il Nord Italia al passo delle maggiori economie del centro Europa poiché geograficamente più vicino. Una strategia giusta se non fosse per quel prezzo altissimo che il Sud pagò con l’Unità d’Italia perdendo prestigio. A maggior ragione se ancora tutt’oggi vengono a mancare le politiche per lo sviluppo del Sud. Una logica di potere (quella cavuriana), che noi cittadini del Sud appoggeremmo senza alcun problema se non fosse che per realizzarla si depreda il Sud. A tale proposito consiglio la visione del seguente video dove si narra la Questione Meridionale raccontata da Pino Aprile.

Esiste un problema di disparità tra Nord e Sud del Mondo

Papa Francesco, pur nella sua veste di uomo di fede, è stato in questi anni di instabilità un grande faro politico ed una preziosa lente d’ingrandimento su ciò che bisogna realmente fare per costruire una società di pace con un’economia più sana e più giusta, senza guerre.

Tratto dal libro Ideologia della qualità della vita:

Molti potenti e dittatori ottengono per sé o al massimo per il proprio entourage enormi privilegi, alienando i diritti dei propri cittadini per favorire grandi agglomerati multinazionali. È ciò che accade in molti altri paesi dell’Africa da decenni ricchi di materie prime. Ciò comporta non pochi vantaggi per i governatori dei paesi industrializzati, che non esitano ad esercitare il voto di scambio promettendo favori alle grandi corporations. In tal modo queste ultime riescono ad accaparrarsi le materie prime indispensabili a costo ridotto ed evadono le tasse locali. Il PIL di conseguenza subisce un vistoso incremento, ma non viene equamente redistribuito tra le varie fasce della popolazione a causa dei difetti strutturali del liberismo. Alcuni paesi riescono a ottenere fondi economici di supporto alla crescita e al sostegno dei propri debiti, mentre altri con minori diritti, maggiori speculazioni e deturpazioni territoriali in atto non sono altrettanto fortunati, con il risultato di intere economie che vengono distrutte, nonché territori resi improduttivi.

In questo modo si incentiva una scorretta commistione tra pubblico e privato. Questo è un problema strutturale del capitalismo estremo deregolamentato, che ha radici profonde nell’egoismo umano. Questi andamenti distorti permettono di raggiungere e mantenere un elevato tenore di vita, purtroppo totalmente a discapito della QDV altrui.