Interessante Convegno, tra radici, futuro e il Sud come laboratorio di rinascita.
Nel suggestivo scenario paesaggistico di Villa LO.RI. a Caiazzo (CE), splendida residenza di Loredana Tarallo, il 4 ottobre si è tenuto un convegno promosso da ASMEF – Associazione Mezzogiorno Futuro, dedicato al tema turismo e al rischio di spopolamento dei borghi.
I lavori sono stati moderati da Silvana Virgilio, che ha guidato il dibattito tra relatori e ospiti con equilibrio e sensibilità, offrendo spunti di riflessione di grande attualità sul futuro del Mezzogiorno.
Il fenomeno dello spopolamento è ormai una ferita aperta non solo per il Mezzogiorno ma per l’intera Italia: alla base vi sono la scarsa crescita demografica, il calo delle nascite e la naturale emigrazione dei giovani, attratti dal mondo, nonchè da luoghi dove le opportunità sembrano più concrete e dove è più facile realizzare le proprie aspettative.
Capacità di attrarre risorse
Tuttavia, come è emerso dal dibattito, arginare questa tendenza non significa trattenere i giovani a tutti i costi, ma riconoscere il loro diritto di andare, conoscere, sperimentare. Il vero compito di una comunità intelligente e lungimirante è saper attrarre nuovi giovani con aspettative diverse rispetto a quelli che se ne vanno, italiani o stranieri, desiderosi di vivere esperienze autentiche, coerenti con la vita dei borghi antichi: luoghi dove il ritmo è più umano, dove il contatto con la natura e la dimensione sociale sono parte integrante del quotidiano.
Un borgo oggi può rappresentare un laboratorio di vita sostenibile, perfettamente compatibile con la modernità, se pensato come spazio adatto anche a chi lavora in smart working o a chi vuole intraprendere attività legate alla terra, a un certo tipo di benessere e di cultura e soprattutto all’ospitalità diffusa. Da qui l’importanza di dotare i territori di “intelligenze illuminate”, persone capaci di creare condizioni di vita buona e di offrire opportunità concrete di crescita.
Armonia tra tradizione e innaovazione
L’innovazione, infatti, non deve sostituire la tradizione, ma dialogare con essa, generando nuove forme di sviluppo che tengano insieme radici e futuro.
Tuttavia, un territorio per essere competitivo ed attrarre abitanti e investimenti deve innovarsi, offrendo esperienze uniche e servizi di qualità per chi desidera restare al passo con la modernità: servizi sanitari efficienti, scuole, biblioteche, cinema, connessioni veloci, spazi ludici per bambini e adulti, internet gratuito e un’attenzione reale a tutte le fasce d’età. In sintesi, chi sceglie di vivere o investire in un borgo deve trovare tradizione ma anche modernità, e la popolazione locale deve essere pronta alla sfida di accogliere il cambiamento come occasione di crescita collettiva.
È questo l’equilibrio più difficile ma anche più fecondo: far convivere l’identità storica con la spinta alla modernità, attraverso una rete di conoscenze antiche e nuove che si integrano a beneficio del bene comune.
Proposte operative
Il convegno ha visto anche la presentazione di proposte operative, tra cui: il turismo delle radici, progetto fortemente sostenuto da Salvo Iavarone, Presidente di ASMEF, volto a incoraggiare i cittadini italiani residenti all’estero a tornare nei luoghi delle proprie origini, riscoprendo il legame affettivo e culturale con la propria terra; la necessità di sviluppare politiche fondate su indicatori di crescita come qualità della vita, sostenibilità, vivibilità, competitività e bene comune, mettendo a sistema conoscenze, intelligenze e progetti; l’urgenza di investire nella comunicazione, nel marketing territoriale, nella segnaletica e nelle infrastrutture stradali, oltre che nella modernizzazione degli alberghi e dei centri urbani, affiancando a quelli storici nuovi poli tecnologici, capaci di attrarre e trattenere flussi turistici qualificati.
Conclusioni
L’incontro di Caiazzo ha quindi rappresentato molto più di un semplice momento di riflessione: è stato un atto di fiducia nel futuro del Mezzogiorno, un richiamo collettivo a credere nelle sue potenzialità e a trasformare il rischio di spopolamento in occasione di rigenerazione culturale, economica e sociale. Perché il Sud, con la sua storia millenaria e la sua straordinaria umanità, può e deve tornare a essere motore di qualità della vita per tutto il Paese. Un invito a riaprire l’agenda del meridionalismo sotto legida di una nuova concezione: quella che unisce qualità della vita, conoscenza e visione.


