Applicazione in politica del concetto di qualità della vita
La Teoria del praticone superficiale mette in relazione la scarsa qualità della classe dirigente con la scarsa qualità della vita, attraverso le scelte superficiali prese da parte della classe dirigente
la teoria del praticone superficiale,[1] ideata per descrivere il modo in cui vengono prese le decisioni in alcuni territori dove sussistono bassi livelli di QDV a causa di scelte sbagliate, derivanti da analisi superficiali e non ponderate adeguatamente. La teoria del praticone superficiale sottolinea l’importanza di una maggiore programmazione a monte per evitare eccessivi costi sociali non indennizzabili e per realizzare una spesa più produttiva, riducendo gli sprechi che derivano da una gestione inadeguata della progettualità.
[1] La Teoria del praticone superficiale sfrutta una serie di principi che stanno a fondamento dell’IQDV. Essa consiste nel minimizzare i costi improduttivi che fanno diminuire la QDV per massimizzare i benefici della produttività funzionale alla crescita della QDV. Un’accurata programmazione alla base, prima di fare una qualsiasi scelta, comporta un costo maggiore iniziale, ma si rivela quasi sempre un costo produttivo; il beneficio che si ricava si riscontra a lungo termine; mentre si è visto che una scarsa programmazione di partenza comporta nel lungo periodo una serie di problematiche, che fanno aumentare i costi ed i rischi. Quindi tale strategia risulta essere svantaggiosa.
L’ideologia della qualità della vita segue il principio di minimizzare in modo efficiente i costi improduttivi che danneggiano la qualità della vita. A tal fine analisi, programmazione e pianificazione diventano necessarie.
(Questa strategia dell’IQDV si oppone anche a quella che tradizionalmente viene considerata keynesiana, che sosterrebbe che la spesa pubblica è sempre sinonimo di crescita e benessere); purtroppo è dimostrato che all’aumento progressivo del PIL non necessariamente assistiamo a una crescita parallela della qualità della vita generalizzata di tutti i membri della comunità. Questo tipo di strategia negli USA ha determinato maggiori disuguaglianze tra i cittadini e numerose altre problematiche sociali.
Ho elaborato ed applicato a Napoli la Teoria del praticone superficiale (Theory of surface praticone) in riferimento a come vengono prese le decisioni da parte di amministratori politici, sia a livello locale che nazionale, nonché a come vengono attuati e pianificati i lavori pubblici in alcune città, necessari per la sicurezza e lo sviluppo del territorio

(approfondisci leggendo l’articolo sull’ideologia della qualità della vita)
Critica alle politiche espansionistiche di stampo Keynesiano da parte dell’IQDV
John Maynard Keynes ha sostenuto che, teoricamente, può avere senso (dal punto di vista economico) avviare la costruzione di opere monumentali totalmente inutili (ad esempio piramidi) al solo scopo di rimettere in moto l’economia, con l’effetto di sostenere la domanda e accrescere l’occupazione. Ma è evidente che questo discorso non può essere universalmente valido (nell’ottica di attirare investimenti privati convenienti per tutti, l’esempio di RSP dell’IQDV del Progetto Napoli fatto –> qui sono allegoricamente le piramidi che dal punto di vista dell’IQDV possono fungere da riferimento per tutti i cittadini e operatori economici per creare sviluppo conveniente a tutti), tutto dipende dalle condizioni particolari del contesto in cui ci troviamo ad operare, senza sottovalutare il rischio di speculazione e tenendo in debita considerazione i principi di QDV, tra cui la consapevolezza che le risorse esistono in quantità limitata. A tal proposito è utile inquadrare la geopolitica in un ambito funzionale alla crescita, tanto più che, come si vedrà, anche questa è soggetta a forti squilibri che danneggiano le nostre vite.
Paul Krugman, noto economista americano e premio Nobel per l’economia nel 2008, sostiene che la soluzione alla crisi di produttività e al peso dei debiti sovrani sia riposta nell’aumento della spesa pubblica, operata con stimoli di stampo keynesiano.
L’ideologia della qualità della vita si schiera tra gli oppositori di Krugman, prendendo in esame il cosiddetto “Racconto della finestra rotta” di Frédéric Bastiat,[1] affermano che esistono costi occulti che non sono valutati in maniera sufficiente dalla strategia delle politiche espansionistiche e che finiscono col mettere in discussione la QDV di molte persone, sparse in ogni dove.
[1] Cfr. la voce Racconto della finestra rotta in Enciclopedia Italiana, Roma 1994, Enciclopedia Treccani online.
Domenico Esposito