Educare significa costruire nella mente di un individuo un modello o regole di comportamento gradito che non sia controproducente ai fini della sopravvivenza, salvaguardando la specie. Ciò è possibile mediante l’utilizzo di associazioni positive oppure negative. L’esclusivo utilizzo di associazioni positive da parte dell’educatore incoraggia il buon temperamento dell’educando. Mentre l’utilizzo di sole associazioni negative danneggia il buon temperamento e la stabilità intesa come equilibrio psico-fisico del soggetto educato. Il metodo delle associazioni positive o rinforzo positivo, mediante l’approvazione, è un metodo coerente che permette di insegnare un comportamento mediante l’utilizzo di premi, immateriali o materiali, escludendo la punizione o il ricorso ad associazioni negative. Lo scopo di tale strategia è rendere consapevole l’educando delle proprie azioni, aspettando che egli scopra e ricostruisca dentro di sè, le cause e i principi utili al benessere soggettivo e oggettivo. D’altronde è limitante, a mio avviso, pensare che il metodo delle associazioni positive possa risolvere il problema dell’educazione in tutti i suoi molteplici aspetti e sfumature, esistono sempre dei casi o delle circostanze dove diventa necessario l’utilizzo di associazioni negative o rinforzo negativo per far capire all’educando che quel comportamento non è gradito all’educatore, pericoloso per l’educando o per entrambi. In questo caso, l’educando, in una condizione di maggiore serenità, sopraggiungerà a quella consapevolezza necessaria per capire la causa del rimprovero o disapprovazione. L’intelligenza umana, la saggezza e la misura, in questi casi sono gli ingredienti migliori, ma per evitare inutili eccessi, la punizione deve essere sempre la cosiddetta estrema-razio, tuttavia essa va dosata e utilizzata al momento opportuno, con saggezza per evitare che l’educando perda la fiducia in chi lo educa. Non deve mai diventare uno sfogo, un gesto d’ira e di stizza o un gesto di gratuita violenza verbale o fisica, ma deve essere misurata, prediligendo il tono della voce.
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