a cura di Domenico Esposito – Presidente dell’Accademia Italiana Qualità della Vita
La formula QDV = (SL × K) / R applicata in politica ed economia, così come ho spiegato più volte, non è soltanto uno schema matematico capace di tradurre la Qualità della Vita in ambito clinico e sociale, ma trova piena applicazione anche sul piano politico ed economico.
In politica, la formula diventa un criterio per misurare la qualità delle istituzioni: SL (Stile di Vita) è l’indice del livello di benessere che i cittadini sperimentano; K (Fattore di resilienza e sostegno reciproco) corrisponde alla capacità delle comunità e delle istituzioni di generare fiducia, bene comune, partecipazione e coesione sociale; R (Rischi) rappresenta i fattori di instabilità – corruzione, disuguaglianze, criminalità, politiche di sviluppo carenti non adeguate al periodo storico, degrado ambientale etc.– che, se non governati, erodono la tenuta dello Stato e il patto democratico.
Mentre, in economia, la formula si traduce in un principio di sostenibilità dinamica: la crescita non può essere misurata solo dal PIL, ma dalla capacità di garantire uno stile di vita dignitoso, protezioni collettive resilienti e riduzione dei rischi sistemici. Politiche economiche che ignorano questo equilibrio possono generare ricchezza apparente, ma non Qualità della Vita.
Per questo la QDV, così come strutturata, è una bussola che orienta tanto la cura della persona quanto la governance della società: un modello che unifica salute, coesione sociale, economia e politica in un unico paradigma misurabile.
Riscoprire il senso dello Stato e della Democrazia
L’Ideologia della Qualità della Vita ci ricorda che lo Stato e la Democrazia non si misurano soltanto attraverso procedure elettorali o equilibri di potere, ma nella loro capacità di generare benessere diffuso, pari opportunità e fiducia collettiva.
La Formula QDV = (SL × K) / R, traduce questo principio in termini chiari e operativi.
SL (Stile di Vita) rappresenta la condizione materiale e culturale dei cittadini: accesso a sanità, istruzione, lavoro, ambiente sano, mobilità sostenibile. Sul piano politico ed economico, ciò significa garantire politiche pubbliche inclusive che alzino la soglia minima di dignità per tutti e rafforzino i diritti sociali.
K (Fattore compensativo/adattivo) indica la resilienza, la capacità di comunità e istituzioni di sostenersi a vicenda, di correggere squilibri e assorbire shock. Politicamente equivale a un sistema democratico aperto, partecipativo, trasparente, capace di rigenerarsi; economicamente corrisponde a investimenti in welfare, sviluppo economico, ricerca, innovazione e reti di solidarietà che rafforzino la società di fronte a crisi globali e locali.
R (Rischi) comprende fragilità sistemiche: corruzione, criminalità, disuguaglianze, instabilità finanziaria, degrado ambientale. Più alto è il rischio non governato, più bassa sarà la qualità della vita. Ecco perché la vera politica deve essere innanzitutto gestione del rischio sociale ed economico, prevenzione delle crisi, capacità di garantire sicurezza e stabilità senza soffocare libertà e diritti.
La completezza della formula della qualità della vita
La formula evidenzia che la Qualità della Vita non è un concetto astratto, ma un equilibrio dinamico tra scelte politiche, modelli economici e responsabilità civica. Ogni governo, se vuole dirsi democratico, deve misurarsi su questo: migliorare lo stile di vita dei cittadini, aumentare i fattori di resilienza collettiva, ridurre i rischi che minacciano la comunità.
Per questo dico che oggi più che mai dobbiamo riscoprire lo Stato e la Democrazia.
Non uno Stato burocratico o distante, ma uno Stato di prossimità, capace di ascolto e di visione, che protegga e promuova la vita quotidiana delle persone. Non una democrazia ridotta a rituale elettorale, ma una democrazia sostanziale, fondata sulla partecipazione, sulla giustizia sociale e sulla corresponsabilità tra cittadini e istituzioni.
Riscoprire Stato e Democrazia significa restituire al cittadino il diritto di sentirsi parte attiva di una comunità viva, non semplice spettatore disilluso di giochi di potere. Significa fondare la politica e l’economia non su logiche di conservazione, ma su un principio di crescita del benessere collettivo, capace di generare fiducia, speranza e futuro.
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