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Il digitale è uno strumento che può essere utilizzato per migliorare la

qualità della vita di chiunque. Gli ecosistemi possono avvantaggiarsi

a patto che questo strumento venga utilizzato a fini benefici. 

ERA DIGITALE 2

Nell’era della digitalizzazione idee, articoli di giornale, libri, foto, quadri, musica, teatro, cinema, tutto diventa più semplice pubblicare, divulgare e fruire, insomma tutto alla portata di tutti, anche le relazioni umane, scolastiche, lavorative hanno ricevuto dei vantaggi; ciò è sicuramente un valore aggiunto, ma quali sono le insidie nascoste dietro queste nuove opportunità di libertà, quali i vantaggi e gli svantaggi.  In effetti le generazioni passate hanno sempre avuto molta difficoltà ad accedere alla conoscenza, poiché le vie di trasmissioni erano più difficoltose e costose, per non parlare delle relazioni umane oggi possibili con un clik su una tastiera. Nell’età del libro cartaceo per esempio, i libri dovevano essere prima pensati e poi prodotti, bisognava fare un percorso di crescita individuale e poi usufruire di un sistema di produzione abbastanza complesso, poi dovevano viaggiare da una parte all’altra del mondo, da un territorio all’altro, da un’università all’altra e così via.

Spesso l’attività scientifica e culturale veniva finanziata da ricchi mecenati, il controllo di qualità veniva fatto generalmente a monte.

Tutte queste difficoltà proprie di tutti gli ambiti culturali della vita, nonché artistici, filosofici e scientifici, davano sicuramente più valore alle cose, poiché dietro c’era uno sforzo enorme e grandi difficoltà.

Ora invece, con tutte queste facilitazioni il rischio è che si perda il valore delle cose, non solo, anche la qualità poiché bastano i soldi per promuovere, spesso, anche prodotti di scarso valore, chi ne ha di più è sicuramente più avvantaggiato, poiché ha la possibilità di manipolare e influenzare, proponendo un modello rispetto ad un altro. L’informazione da che mondo è mondo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella società. La creatività è alla portata di tutti o quasi basta conoscere alcune poche regole ed avere un computer. Ma quanto può essere dannosa alla qualità la cultura del consumismo, che ci permette di avere tutto e in pochissimo tempo, senza sforzo?

Come al solito la critica obiettiva ci aiuta ad uscirne fuori, riducendo i danni. La critica è di fondamentale importanza per la società, soprattutto se ben strutturata, consapevole e libera dagli schemi chiusi e settari, non adeguati ai tempi che cambiano, ma rispettosa della storia e degli eventi.

Dobbiamo essere vigili ed attenti, le conoscenze vanno assimilate e interiorizzate nei tempi e giusti modi, quanto più si conosce studiando velocemente tanto più si dimentica, tanto più si ottiene velocemente tanto più si dà scarso valore alle cose, quindi meno si apprezzano.

Dobbiamo stare attenti a non cadere nei famosi paradossi: essere e non essere allo stesso tempo, una cosa è se e sole se non lo è. Una conoscenza non può essere e non essere allo stesso tempo tale, un’informazione non può essere disinformazione… Al massimo devono essere una prospettiva e in quanto tale una forma di arricchimento e non uno ostacolo alla verità o alla libertà.

Ogni conquista affinché sia tale deve avere un valore affinché non diventi una sconfitta.

L’arte, la cultura oltreché la scienza vanno tutelate, così come va tutelato il diritto d’autore; tutto ciò lo si può fare sicuramente ritornando a dare più valore alle cose, attraverso il concetto di qualità. I giudizi sono importanti se vengono dati per tutelare il benessere e gli equilibri naturali.

Ideologia della qualità della vita, quarta edizione, Napoli 2018 a cura di D. Esposito ordina una copia del libro cartaceo