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Che cos’è il suolo e quale funzione svolge per l’ecosistema

Il suolo svolge una funzione fondamentale per la vita sulla Terra poiché in esso risiedono le basi stesse dell’esistenza. Quindi è il luogo dove attecchiscono le radici, dove avvengono le reazioni chimiche tra le molteplici sostanze vitali. Infatti, dove la materia grezza si incontra e dà vita alle piante che ci danno ossigeno, dove prosperano i tanti microorganismi che emettono l’anidride carbonica necessaria alla sopravvivenza delle piante. Pertanto diventa necessaria una strategia di salvaguardia del suolo, quindi un Piano di Tutela del Suolo è doveroso.

Una bene prezioso per la vita degli esseri viventi

Ritrae due mani unite in prossimità del suolo con in mano un piantina. Simboleggia la cura che l'uomo deve avere col fine di tutelare la vita.

Il suolo è certamente uno dei beni più preziosi dell’umanità poiché permette alla biodiversità di sussistere e prosperare. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo. Oltre ad essere un vero e proprio ecosistema indispensabile agli equilibri vitali, è un mezzo essenziale per la produzione di nutrimento e di materie prime necessari al sostentamento e allo sviluppo dell’uomo.

Regola il ciclo biologico e gli equilibri vitali necessari al benessere

È un ecosistema fondamentale della biosfera e contribuisce, assieme alla vegetazione e al clima, a regolare il ciclo biologico e a influenzare la qualità delle acque. Favorisce il mantenimento del giusto equilibrio per la vita terrestre. Il suolo è una risorsa limitata e facilmente intaccabile dall’attività entropica umana. Una volta distrutto può impiegare secoli per ricostituirsi.

I rischi del progresso che non tiene conto degli equilibri vitali

L’edilizia di asfalto e cemento distrugge un ecosistema indispensabile, creando una pellicola che sopprime il collegamento fra la biosfera del suolo con la biosfera atmosferica, interrompendo il ciclo biologico. L’uomo con la sua ignoranza crede a una forma di progresso, che non tiene conto del suolo e della sua importanza. Il progresso è veramente tale quando tiene conto delle conseguenze che determina sugli equilibri naturali indispensabili alla vita sulla Terra. Dio ci ha dato la ragione oltre ad una giusta aspirazione ad una vita migliore: tutto sta nell’utilizzare le conoscenze acquisite nel modo più adatto a tutelare gli equilibri naturali. Esiste uno sviluppo sostenibile a cui dobbiamo mirare.

I rischi degli agglomerati urbani

Gli agglomerati urbani occupano e rendono sterile il suolo sul quale sono situati. Essi influenzano anche le zone circostanti a causa delle infrastrutture necessarie al funzionamento dello spazio urbano (strade, acquedotti e così via) e della sempre crescente occupazione di suolo produttivo. Generano degradazione ed inquinamento del suolo delle regioni agricole e forestali. Le riserve naturali e le zone ricreative che si restringono progressivamente e sono spesso mal tenute. L’urbanizzazione deve essere concentrata e organizzata in maniera tale da evitare il più possibile la sottrazione di suolo.

Soluzioni da intraprendere

Nei progetti di ingegneria civile le opere di costruzione di dighe, ponti, strade, canali, fabbriche o case devono tener conto di ogni ripercussione sui territori circostanti e devono essere presi adeguati provvedimenti di salvaguardia. È indispensabile un inventario locale delle risorse del suolo in vista di una pianificazione territoriale razionale, che permetta una politica efficace di conservazione e miglioramento. Il tutto deve rispettare in modo rigoroso e scrupoloso la Carta Europea del Suolo, che il modello di sviluppo sostenibile delle RSP estende al contesto globale.

Grattacieli; crescita demografica nel rispetto degli equilibri naturali

Qualsiasi attività di pianificazione deve essere concepita in funzione delle proprietà delle diverse tipologie di suolo e dei bisogni della società di oggi e di domani. Nell’ultimo secolo abbiamo sottratto suolo in modo indiscriminato e questa tendenza non accenna a diminuire.

I piani regolatori e varianti urbanistiche si sono dimezzati dal 22 al 10,5%

Il dimezzamento dal 22 al 10,5% dei piani regolatori e varianti urbanistiche desta molta preoccupazione. Le motivazioni sono la scarsità di risorse e una lungimirante visione politica che dovrebbe essere il motore di un benessere non superficiale. Non si costruiscono politiche strutturali di continuità tra un governo e l’altro. Pare ci sia la tendenza a non impiegare troppe risorse su qualcosa i cui effetti spesso non saranno visibili durante un singolo mandato amministrativo. Quindi si tende a sottovalutare l’importanza dei piani regolatori, ciò avviene soprattutto nei territori meno sviluppati e dove la qualità della vita è più bassa. Al contrario, nei territori dove c’è maggiore sviluppo è più alto l’interesse a pianificare il territorio. Chiaramente ciò comporta che i territori meno sviluppati diventano meno attraenti per gli investitori e la loro competitività diminuisce progressivamente. Questi territori diventano strutturalmente invivibili, quindi declassati.

L’IDEOLOGIA DELLA QUALITÀ DELLA VITA PROPONE UN PIANO REGOLATORE GLOBALE PER LA TUTELA DEL SUOLO

Un piano regolatore per la sostenibilità globale, considerando il sistema terrestre come un ecosistema organico, rientra nell’abito di ricerca scientifica dell’organicismo geopolitico. Poiché l’essere umano è in grado di apportare a questo sistema enormi trasformazioni, ed ha un impatto ambientale maggiore rispetto ad altre specie, deve responsabilizzarsi per tutelare gli equilibri naturali indispensabili al benessere. Pertanto di definisce piano regolatore per la sostenibilità globale un insieme di piani regolatori territoriali tra loro concatenati e sottoposti all’ideologia della qualità della vita (in sigla IQDV) con lo scopo di creare sviluppo tutelando gli equilibri naturali.

QUINDI PRIMA DI TUTTO UN PIANO REGOLATORE MULTIDISCIPLINARE IDEOLOGICO È DI FONDAMENTALE IMPORTANZA

Quando si parla di sostenibilità, (secondo l’IQDV) ovviamente si fa riferimento non solo a quella ambientale. Questo tipo di sostenibilità interseca il benessere e a tutte le dinamiche in relazione al benessere personale e territoriale. Quindi si mira a raggiungere la stabilità dei bilanci, la sostenibilità dei debiti, alla sostenibilità della pace e della cooperazione mondiale e così via. Oltreché del benessere fisiologico mediante stili di vita equilibrati e del benessere degli ecosistemi necessari al benessere di tutti. Ciò richiede azioni concatenate e correlate finalizzate ad uno scopo di tutela e di sviluppo del benessere. Quindi politiche di crescita indirizzate alla stabilità attraverso la realizzazione di un piano regolatore multidisciplinare governato da un indirizzo ideologico. Cosa che non può essere più affidato al liberismo soltanto poiché si è dimostrato incompleto e inaffidabile. Infatti, dopo circa due secoli di applicazione del liberismo, tra i vantaggi e gli svantaggi, oggi è responsabile di una serie di fattori d’instabilità superabili dall’ideologia della qualità della vita.

Questo piano dovrebbe far parte degli interventi necessari alla sostenibilità ambientale per affrontare non solo l’emergenza climatica (clicca qui articolo su emergenza climatica) ma per rendere sostenibile un migliore benessere. Ma anche dare stabilità ai bilanci affrontando la crisi dei debiti sovrani.

Urbanizzazione sostenibile dell’IQDV

Possiamo costruire centri urbani funzionali al benessere dell’uomo e al tempo stesso permettere alla terra di respirare e di svolgere le sue fondamentali attività. Lo scopo è realizzare ecosistemi urbani più rispettosi dell’ambiente, contenendo l’eccessiva produzione di anidride carbonica, corresponsabile del riscaldamento globale.

Le riforme strutturali paesaggistiche (in sigla RSP)

Le RSP dell’IQDV propongono criteri di costruzione verticalisti, con ampio uso di grattacieli per non sottrarre suolo in modo indiscriminato. Occorre un cambio di tendenza: bisogna rimediare all’errore della speculazione edilizia selvaggia che sottrae suolo benefico e necessario alla tutela degli equilibri naturali. Per tale motivo in alcune aree del mondo bisogna frenare un certo tipo di urbanizzazione, in altre parti del mondo bisogna abbattere e ricostruire. Deve esserci suolo salubre e libero dall’asfalto e dal cemento tra un centro urbano e l’altro, tra un ecosistema urbano e l’altro. Devono esserci zone di suolo affinché la natura possa rinnovare il suo essenziale ciclo biologico, ricostituendosi e rigenerandosi. I nobili intenti di salvaguardia degli equilibri naturali di questo processo funzionale al benessere dell’umanità vanno promossi a livello globale con la nuova geopolitica mondiale dell’IQDV.

Piani regolatori a misura di territorio sottoposti al bene comune globale

Sono tanti i benefici dello sviluppo territoriale derivante da un piano regolatore fatto su misura per accrescere la qualità della vita. A maggior ragione se si considerano tutti gli aspetti di sostenibilità trattati da una vera e propria RSP dell’IQDV. Credo ci sia scarsa visione d’insieme e lungimiranza. Con le RSP dell’IQDV siamo all’inizio di un percorso (la proverbiale “punta dell’iceberg”) che aprirà le porte di una nuova era fatta di pace e progresso sostenibile. L’INU ha aperto un dibattito per coinvolgere altri importanti centri di ricerca che stilano analisi e statistiche sullo sviluppo territoriale (Istat, Legambiente, Svimez, Ifel, Confindustria). L’idea è realizzare una governance più consapevole, più centralizzata, focalizzata sul supporto ai territori, con direttive e indicazioni precise sull’aggiornamento dei piani di sviluppo, adeguati alle RSP dell’IQDV.

La nuova geopolitica mondiale con i progetti OCCUPA e OMC dell’Ideologia della qualità della vita sono indispensabili

I progetti OCCUPA e OMCU dovrebbero integrare nel proprio organico centri di ricerca ed associazioni che operino nell’ambito della programmazione urbanistica. Realizzare una rete di trasporti tra centri urbani per far viaggiare in modo efficiente e sostenibile le risorse. Perciò abbiamo bisogno di nuovi piani regolatori globali sottoposti all’IQDV.

La periferia urbana di Napoli, la cosiddetta provincia, fatta di palazzine di cemento basse che crescono di anno in anno, sottraendo terreno fertile al settore primario, nonché distruggendo il suolo. Ho conosciuto urbanisti che ritengono giusto questo tipo di urbanizzazione, a mio avviso, scellerata. Questo modo di procedere ci porterà alla rovina. Bisogna cambiare rotta applicando la strategia urbanistica dell'ideologia della qualità della vita

Un esempio di progresso non sostenibile è l’urbanizzazione della provincia di Napoli

Le periferie di alcuni grandi centri urbani, prendiamo ad esempio Napoli, devono essere riformate in funzione della rigenerazione del suolo. C’è troppo spreco di risorse naturali, energetiche e monetarie. Non dobbiamo vivere solo in funzione del nostro presente.

Riclassificazione territoriale e rigenerazione urbana

Le RSP dell’IQDV seguono questo principio di rigenerazione urbana e ambientale per sviluppare centri urbani moderni, distanti ma ben connessi tra loro. Tra un centro urbano e l’altro devono esserci grandi aree di suolo capaci di smorzare l’impatto termodinamico, assorbendo e smaltendo l’anidride carbonica prodotta. Aree di suolo attrezzate, verdi e produttive, che comprendano anche foreste e parchi agricoli dove produrre a KM0 prodotti salubri, per incentivare stili di vita sostenibili quali la dieta mediterranea. Gli agricoltori e i forestali dovranno applicare metodi che preservino la qualità del suolo. La meccanizzazione e i metodi moderni permettono di aumentare il rendimento, ma se impiegati senza discernimento rompono l’equilibrio naturale del suolo, alterandone le proprietà fisiche, chimiche e biologiche. Il suolo deve essere protetto dall’azione degli agenti meteorologici ed inquinanti.

Si vede un centro urbano con grattacieli circondato da foreste. Quest'immagine corrisponde esattamente alla strategia urbana dell'ideologia della qualità della vita. Grandi centri urbani circondati da foreste, collegati tra loro da efficienti reti di trasporto delle risorse

[1] INU fondato nel 1930 per promuovere gli studi edilizi e urbanistici, e diffondere i principi della pianificazione. L’INU è membro dell’European Council of Town Planners ECTP-CEU un’associazione che promuove la visibilità, il riconoscimento dell’importante ruolo sociale e le migliori pratiche di pianificazione spaziale e sviluppo urbano in Europa. ECTP-CEU dialoga con i governi nazionali. Nel 1997 l’INU è stato riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente. L’INU non gode di finanziamenti diretti, ma vive di solo quote degli associati.

Domenico Esposito