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I nostri stili di vita influenzano il benessere

personale e territoriale

rif. sanitariaLo scopo è prevenire programmando:

Il primo a fare prevenzione deve essere il cittadino, che deve conoscere a cosa va incontro se attua certi stili di vita; quindi più informazione a riguardo.

Se il sistema sanitario conosce gli stili di vita può meglio prevenire e curare, riducendo sprechi, diventando efficiente e più efficace nella cura e nella gestione a livello territoriale.

la qualità della vita in materia di benessere e salute pone questioni fondamentali sulle politiche sociali, economiche e sanitarie, sui rispettivi piani di validazione dei programmi e liee guida atti a rendere maggiormente sostenibile il sistema sanitario, oltre che renderlo efficiente e funzionale agli obiettivi di benessere del paziente e di tutti gli apparati necessari allo scopo.

Pertanto si pone la valutazione dei costi non solo dal punto di vista della cura della malattia, della riabilitazione, della gestione etc., ma anche il fattore prevenzione, non solo sotto il profilo diagnostico, ma anche basata su stili di vita equilibrati, atti a prevenire le patologie specifiche, poiché ogni patologia ha una sua specifica causa, spesso riconducibile ad un insieme di fattori legati ad uno stile di vita. Evidentemente ciò richiede riforme strutturali paesaggistiche che investono in modo trasversale le conoscenze specialistiche e multidisciplinari atte a migliorare gli spazi della vita quotidiana delle persone secondo i canoni dell’Ideologia della Qualità della Vita. Quindi nasce l’esigenza di una riforma sanitaria integrata, inevitabilmente collegata anche ad un Piano di gestione crisi covid-19 e virus in generale.

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Il Servizio Sanitario Nazionale nasce il 24 dicembre 1978 con la legge n.833, che introduce un modello universalistico di tutela della salute a carico della fiscalità generale, sostituendo il vecchio sistema mutualistico

Un mio parente con una gravissima patologia al cuore, nonostante l’urgenza non ha potuto fare l’operazione in Campania a causa dei tempi di attesa troppo lunghi, per cui essendo la sanità campana non pronta per adempiere a questo suo dovere, siamo stati costretti a rivolgerci alla sanità della Regione Emilia Romagna dove è stato operato in tempi brevi in un centro d’avanguardia, con risultati eccellenti, e la prestazione è stata pagata dalla Regione Campania perché inadempiente. Così funziona per tutte le prestazioni sanitarie garantite dal servizio sanitario nazionale gratuite o in parte, pagando un ticket, i cosiddetti livelli essenziali di assistenza, in sigla LEA. L’istituzione di questi fu promulgata teoricamente con il decreto legge 30 dicembre del 1992 n.502, con il quale videro anche la nascita le aziende sanitarie, il federalismo fiscale, la sanità regionale e così via (tutti aspetti connessi alla modifica del famoso titolo V della Costituzione italiano, voluto dalla Lega Nord di Bossi ed avallato da tutta la partitocrazia dell’epoca centrodestra e centrosinistra. Poi negli anni successivi sono stati attuati miglioramenti legislativi per definire i LEA e per renderli effettuabili su tutto il territorio regionale e distrettuale, con scarsi risultati per come sono andati i fatti, poiché sono ancora molti i cittadini che da regioni inadempienti e inadeguate sono costretti a spostarsi in altre per curarsi degnamente. Non si capisce perché è mancata la concertazione con i comuni, né perché le prestazioni non siano migliorate nonostante la preparazione e le competenze dei medici, spesso alle prese con carenze strutturali e organizzative.

In sintesi in Italia esiste una sanità di serie A e una di Serie B, nella quale si creano disuguaglianze e disparità, così le realtà ospedaliere che lavorano di più hanno anche più risorse per migliorarsi, mentre chi ha meno risorse finanziarie si indebolisce, chi se lo può permettere ,va a curarsi fuori regione, ad un costo maggiorato, contribuendo ulteriormente a indebolire il sistema da cui si parte.

iqdvLo scopo è prevenire programmando:

Il primo a fare prevenzione deve essere il cittadino, che deve conoscere a cosa va incontro se attua certi stili di vita; quindi più informazione a riguardo.

Se il sistema sanitario conosce gli stili di vita può meglio prevenire e curare, riducendo sprechi, diventando efficiente e più efficace nella cura e nella gestione.

Questo meccanismo porta alla sfiducia e alla perdita di competitività, l’ideologia della qualità della vita, in quanto scienza degli equilibri di stabilità funzionali al benessere e alla riduzione del rischio dà un’efficiente ed efficace soluzione al problema. In questo modo avremo una sanità territoriale preparata, organizzata e strutturalmente adeguata per prevenire le malattie e per curare al meglio ogni patologia, creando una rete di strutture sanitarie territoriali a misura d’uomo, mettendo al centro non solo il benessere dell’ammalato all’interno della struttura ospedaliera e medica, ma anche tutte quelle conoscenze e servizi di prevenzione, con screening periodici che individuino innanzitutto i rischi che ognuno di noi va incontro per come si vive e per lo stile di vita che si ha, per definire al meglio il quadro clinico e le possibili conseguenze che determinano la malattia. In questo modo si può fare programmazione a qualsiasi livello.

Approfondiamo le soluzioni dell’IQDV:

la fiducia, la credibilità e la competitività di un’azienda sanitaria è data dalla qualità della prestazione offerta, che dipende: dalla competenza dei medici e operatori sanitari, dai macchinari e dalla struttura. Il rischio sanitario aumenta con la complessità della malattia, l’incompetenza e lo stress degli operatori sanitari, la disorganizzazione, la mancanza di macchinari e di presidi sanitari e le carenze strutturali, il quale è influenzato anche dalla mancanza di fondi necessari alla formazione, alla modernizzazione e ristrutturazione, ma anche dalla scarsa previsione di chi gestisce la struttura, e dalle miope capacità di previsione politica, che spesso tende ad essere un rischio, quando si piazzano uomini senza competenze al posto sbagliato.

Perciò il personale addetto, a qualsiasi livello, deve essere adeguatamente formato e preparato a svolgere la sua funzione al meglio. La negligenza dovuta a pigrizia e insensibilità va contrastata con la formazione e perizie psicologiche periodiche sugli addetti ai lavori. La mancanza di risorse finanziare per fare periodici corsi di aggiornamento e di efficientamento strutturale si può affrontare con la ripartizione efficiente delle risorse, riducendo gli sprechi, molto importante è la volontà politica, che deve legiferare in modo equo per ridurre le differenze, garantendo standard adeguati di assistenza su tutto il territorio nazionale, evitando che persone siano costrette a spostarsi da un quartiere all’altro o da una regione all’altra per motivi sanitari ecc.

La funzione di sviluppo deve essere adeguatamente accompagnata da una puntuale funzione di controllo, trasparente e lineare, non ricattabile. C’è bisogno d’implementare una struttura organizzativa tracciabile, affinché ogni responsabilità sia individuabile, affinché la giustizia penale e civile possa fare il suo corso individuando la responsabilità personale o associativa.

Una sanità che funzioni in modo efficiente dipende molto anche dall’azione preventiva quartiere per quartiere, quindi la concertazione territoriale è importante, con specifici reparti deputati alla prevenzione a livello locale, che sappiano impartire e consigliare giusti stili di vita, prevenendo patologie importanti, lavorando molto sulla personalizzazione cosicché da consigliare lo screening giusti al momento giusto evitando l’ingolfamento dei reparti e lo stress da lavoro, il quale è un fattore di rischio da cui spesso dipendono gli errori e la mala sanità.

Pertanto la personalizzazione delle cure, potenziando sul territorio anche la presenza di presidi di posturologia e osteopatia, affinché i cittadini siano maggiormente educati alla prevenzione, per evitare l’insorgere di patologie evitabili con il giusto stile di vita, anche questo garantito da un servizio sanitario locale. Insomma l’unico modo che si ha di rendere efficiente, senza sprechi la sanità, è di puntare sull’organizzazione preventiva pianificando e personalizzando.

Chiunque sia interessato a conoscere meglio il nostro pensiero e le nostre iniziative è invitato a proseguire la navigazione. Un compendio pratico ed esaustivo è inoltre disponibile nell’ultima edizione del libro “Ideologia della Qualità Della Vita” di D. Esposito.

Copyright Domenico Esposito. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa, se non nei termini previsti dalla legge art. 631 del 1941 e successive modifiche, che tutela i diritti dell’Autore. Per ogni informazione contattare l’autore all’indirizzo di posta elettronica info@laqualitadellavita.it #Ideologiadellaqualitàdellavita