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La Pet Therapy oltre ad essere una potenziale realtà terapeutica, può diventare anche un’opportunità di lavoro. Infatti, è un’innovativa terapia di supporto nella cura di numerose patologie che coinvolgono bambini, adulti, anziani, disabili. In particolare si pone come finalità generale l’assistenza psicofisica di individui e pazienti affetti da alterazioni emozionali e comportamenti derivanti sia da difficoltà psicologiche generali, che da traumi associati a patologie cliniche che richiedono trattamenti riabilitativi.

in una stanza c’è il cane con il suo conduttore seduto a terra che si fa accarezzare dolcemente da una bambina, un pò più indietro altri due bambini che osservano ed aspettano che venga il loro turno in modo evidentemente incuriositi

La Pet Therapy è dunque una co-terapia che prevede l’uso facilitatore degli animali, per il recupero e il mantenimento del benessere e della salute umana, attraverso una relazione con funzionalità terapeutica che si instaura tra l’uomo e l’animale. Le specie animali coinvolte sono molteplici ma il cane essendo il miglior amico dell’uomo riveste sicuramente il ruolo di protagonista in molti casi. Altra figura fondamentale nella Pet Therapy è chi forma e conduce l’animale da Pet Therapy, ossia il conduttore colui che prepara, conosce l’animale e come ci si comporta per garantire il buon esito della terapia, nonché ha la responsabilità di tutelare il benessere dell’animale e gli utenti che si relazionano con lui. La Pet Therapy ha iniziato a svilupparsi nel corso degli anni 80 negli Stati Uniti e si è poi diffusa gradualmente anche in Europa, oggi anche in Italia è una pratica riconosciuta. Le tipologie d’intervento della Pet Therapy sono sostanzialmente due: una di tipo educativo, ludico o ricreativo, che si pongono come obiettivo generico il miglioramento della qualità della vita degli utenti, l’altra consiste in interventi mirati ad una attenuazione di alterazioni o disturbi fisici e psicologici. Entrambe le tipologie di intervento vengono realizzate da professionisti specificamente formati quali medici, psicologi, fisioterapisti, educatori, insegnanti ecc. Oggi la Pet Therapy è diventata un’attività lavorativa di non trascurabile importanza, sia lavorando nel pubblico che privatamente.  

CANE, CONDUTTORE E SPECIALISTA DA PET-THERAPY

Il cane da Pet-Therapy deve essere docile e dal buon temperamento, di solito è di colore chiaro e con pelo morbido. Il conduttore del cane da Pet-Therapy, oltre a prendersi cura del proprio cane, lo educa, lo conduce alla specifica attività, ed inoltre ha il compito di tutelare il cane nella fase terapeutica, è colui che conosce il cane, sa quando è il momento di farlo riposare, sa riconoscere i segnali di stress del suo cane, anche perché l’attività terapeutica può essere complessa e impegnativa dal momento che si ha a che fare con soggetti che devono seguire un percorso terapeutico atto a ridurre carenze psico-motorie, fisiche e comportamentali. Generalmente il conduttore del cane segue delle direttive e dei protocolli che sono fissati dallo specialista psicologo, fisioterapista, educatore o insegnante esperto di Pet-Therapy, cosicché il conduttore fa da tramite tra l’operatore e il cane, il quale diventa uno strumento per raggiungere uno scopo, che lo specialista si è prefissato.

Grazie all’attività con il cane il soggetto trattato, in base alla sua specifica problematica, può avere uno stimolo in più a seguire la terapia: attenuando il disagio, superare la noia derivante dall’inattività, alleggerire le sofferenze provocate dalla malattia fisica e mantenere attive le funzioni psichiche fondamentali quali la curiosità.

Più il bambino è piccolo e maggiore è la difficoltà di poter esprimere i suoi sentimenti con le parole, ecco quindi che l’interazione con il cane diventa un modo per comunicare con gli altri. Oltre ai bambini e agli adulti con specifiche problematiche, si possono trattare particolari patologie che vanno incontro gli anziani come la depressione, difficoltà motoria o psichica, ma anche la devianza comportamentale può essere affrontata con specifici programmi.

UTENTI DELLA PET THERAPY E PRIME NOZIONI SULL’APPROCCIO DI LAVORO

Gli utenti della Pet therapy sono: diversamente abili, persone con disabilità mentali o fisiche, persone con problemi motori, persone che usano sedie a rotelle, persone tetraplegiche, persone che usano stampelle o il bastone, persone che hanno avuto ictus, persone con disabilità psichiatriche, persone che soffrono di epilessia, persone affette da sordità o con difficoltà uditive, persone con dislessia, persone con linguaggio assente, persone non vedenti o con visibilità parziale, persone affette da sindrome di Down, persone con difficoltà di apprendimento, persone con dipendenze chimiche o alcoliche, persone con difficoltà di sviluppo ecc.

L’approccio terapeutico dipende dalla struttura e dal tipo di utenti trattati, di solito il lavoro è gestito da una équipe di specialisti, all’interno della quale si possono inserire conduttori e animali, con la finalità di cooperare insieme per aiutare l’utente a migliorare le proprie condizioni. Le dinamiche di gruppo variano da struttura a struttura. È necessario essere consapevoli del proprio ruolo, aspetto quest’ultimo che va sempre chiarito anche con richieste specifiche d’istruzioni sull’argomento.

Ovviamente non deve essere il conduttore dell’animale a valutare l’utente né a definire gli obiettivi di miglioramento. Sarà lo specifico specialista della struttura a chiedere al conduttore di utilizzare il proprio animale per la stimolazione dell’utente. Per esempio, il conduttore con il proprio animale potrebbe servire per stimolare l’attività motoria, quindi potrebbe aiutare l’attività di spazzolare, accarezzare o lanciare una pallina.

COME INTERAGIRE CON GLI UTENTI DELLA PET THERAPY

In linea di principio quando interagiamo con un utente dovremmo prima di tutto essere in grado di riconoscere le difficoltà da cui è affetto: la confusione/ demenza, i disordini di sviluppo, le difficoltà della vista, di udito e di linguaggio, le disabilità fisiche e i disturbi psichici ecc.

Inoltre, individuati i sintomi bisogna conoscere l’approccio più idoneo, quindi possono essere utili le linee guida per interagire con persone che hanno certi sintomi. Di non trascurabile importanza sono le precauzioni da adottare in casi immunodepressi, demenza ecc. Sapersi rapportare con persone su sedia a rotella. Essere in grado di stabilire quale sia l’animale più idoneo per esempio cane, gatto, uccello, cavallo, anche in base alle preferenze soggettive dell’utente. Questo approccio è di fondamentale importanza per il buon esito del trattamento funzionale al benessere dell’utente ma anche di chi ha la finalità di raggiungere obiettivi prefissati. È necessario ricordare che non è compito del conduttore dell’animale effettuare diagnosi o cure, sono i servizi sanitari e sociali che devono identificare le attività appropriate da praticare nel corso delle visite.

Come misura precauzionale è necessario anche che il conduttore abbia il totale controllo della situazione e del proprio animale dall’inizio alla fine della visita, poiché il paziente potrebbe innanzitutto avvertire l’animale come una minaccia alla propria sicurezza, in ogni caso il conduttore deve poter intervenire prontamente in caso d’improvviso cambiamento del comportamento del paziente.

Le persone colpite da demenza sono particolarmente sensibili alle emozioni; quindi la comunicazione diventa importante, non bisogna dare l’impressione di impazienza o frustrazione sia nella voce ma anche nella mimica corporea e facciale, altrimenti potrebbe causare nel soggetto trattato una reazione esagerata, visto che queste persone tendono ad ingrandire ciò che percepiscono.

Il consiglio è quello di elaborare frasi semplici e lineari, dare informazioni precise e concise, trattare il paziente con gentilezza ed empatia, chiamandolo per nome, ma anche richiamandolo alla realtà: “io sono una conduttrice, non sua moglie. Le ricordo sua moglie?” Chiedere aiuto, consigli e partecipazione del personale della struttura che hanno più esperienza e una maggiore conoscenza dell’utente.

Ovviamente se si interagisce con persone su sedie a rotelle bisogna essere attenti alla posizione rispetto all’utente, che spesso non si può piegare, quindi a volte è necessario alzare gli animali piccoli per portarli nel campo visivo dell’utente e così via.

PET THERAPY: COME INTERAGIRE CON PERSONE CON DISORDINE DELLO SVILUPPO

I disordini di sviluppo si distinguono dalle malattie mentali poiché il fattore disabilitante deriva da processi genetici, evolutivi e/o chimici, quali: la sindrome di Down, la sindrome fetale da alcool, paralisi cerebrale, autismo, iperattività, deficit dell’attenzione, dipendenza chimica ecc.

Durante gli incontri terapeutici può capitare d’interagire con adulti che si comportano, pensano e rispondono come bambini, per cui nelle visite è importante disporsi pacatamente mantenendo sempre attivo il contatto visivo. Ricordiamoci sempre che alcuni di questi utenti possono avere reazioni estreme perché non hanno acquisito le inibizioni necessarie per vivere una corretta socialità con l’animale, quindi tenere sempre alta l’attenzione per evitare di creare disagi derivanti da una scorretta interazione dell’utente con l’animale.

Con gli utenti usare un linguaggio semplice dando istruzioni precise su come interagire con l’animale garantendogli benessere, ed elogiarli quando vengono mantenuti quei comportamenti corretti per esempio “se lo accarezzi in questo modo… il cane sarà contento e gli piacerà sicuramente”, “se lo conduci in questo modo… il cane ti vorrà bene” ecc.

Ai bambini con deficit dell’attenzione è utile far ripetere e memorizzare le fasi di un compito o le regole ad alta voce. È possibile iniziare con brevi visite da allungare nel tempo man mano se l’utente trova piacere di interagire nel modo giusto con l’animale, eventualmente cambiando esercizio più spesso durante le visite per evitare che l’utente si annoi facendo sempre la stessa cosa; di solito queste persone con questa forma di disabilità tendono ad annoiarsi con estrema facilità e riescono meglio in attività con approccio dinamico, quindi che variano sempre.

PET THERAPY: COME INTERAGIRE CON PERSONE CON DISTURBI PSICHIATRICI

Le malattie mentali si distinguono da altre forme di disabilità per uno squilibrio psichico dovuto a carenze chimiche o strutturali del cervello. Il cervello per funzionare bene in tutte le sue parti ha bisogno del giusto equilibrio di sostanze chimiche e del giusto equilibrio fisiologico cerebrale. I problemi psichiatrici possono manifestarsi durante l’infanzia, l’adolescenza o nell’età adulta. La disabilità può essere lieve o grave. Può essere la conseguenza di stili di vita scorretti, eventi traumatici, incapacità individuali, assunzioni di farmaci, abuso di sostanza dannose come alcol, droghe oppure di origine ereditaria e così via.

Le persone con disturbi psichiatrici possono avere problemi di umore, possono ridere o piangere quanto meno ce lo aspettiamo, provare sensazioni estreme di rabbia, disperazione o euforia oppure avere stati d’animo che mutano rapidamente; possono avere difficoltà nei processi cognitivi, con idee che passano da un argomento all’altro, si distraggono facilmente, mettono insieme parole senza senso, oppure non riescono a prendere una decisione; possono avere particolari convinzioni, con pensieri al suicidio, con convinzioni paranoiche del tipo che qualcuno voglia rapirli, altri tendenti alla disistima o viceversa credendo di essere personaggi famosi; possono avere difficoltà di percezione: con problemi di allucinazioni: vedono, sentono, gustano o provano cose che altri non provano; possono avere problemi comportamentali: con problemi di agitazione, di letargia o disorientamento, comportamenti ossessivi; possono avere problemi di depressione, di schizofrenia, di disturbi della personalità, di abuso di farmaci, di demenza, di abusi fisici, disturbi alimentari come l’anoressia o la bulimia.

Quando si va in visita da queste persone bisogna innanzitutto acquisire informazioni e conoscenze specifiche su come interagire con esse, mantenere uno stretto rapporto con il personale addetto della clinica psichiatrica dove si va e dove è richiesto il nostro supporto. La presenza dello specialista esperto in Pet Therapy è forse più importante per queste categorie di persone che per ogni altra, anche perché ogni utente deve seguire un lavoro specifico rigorosamente concordato tra l’operatore e il conduttore dell’animale. 

Una volta stabilito il percorso da fare, durante la visita lo specialista può invitare l’utente a concentrarsi su ciò che sta facendo, anche quando l’utente tenderà per motivi psichiatrici a manifestare il suo interesse per altro. Inoltre, può accadere anche che lo specialista chieda di ignorare certi argomenti di conversazione dell’utente esempio: “non ce la faccio più, sono disperato!”; ”Aiutatemi!”…. oppure “Sta arrivando la Madonna”.  In questi casi è opportuno focalizzare l’attenzione e la conversazione sull’animale.

Domenico Esposito