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Politica? Dal basso!

L'importanza della cooperazionevi

Valutare attentamente alcuni aspetti è difondamentale importanza per accrescere il “livello” credibilità del sistema paese, con lo scopo di creare quella rete legislativa ed operativa funzionale alla buona vita di tutti e del sistema produttivo, che una macchina statale deve avere e periodicamente aggiornare, adeguandosi ai nuovi modelli dinamici e multidisciplinari, incentivando e responsabilizzando il burocrate e l’addetto ai lavori a lavorare trasversalmente, per realizzare in modo efficiente ed efficace l’interesse comune, con lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro, agevolando tutti i membri di uno Stato a lavorare per obiettivi comuni, affinché ognuno faccia il proprio dovere nel proprio ambito di competenza, cercando di evitare inutili conflitti, col fine di raggiungere obiettivi precisi che si migliorano nel tempo, misurabili con la crescita dei vantaggi migliorativi per tutti, sfruttando il concetto di competitività e di qualità della vita, anche questi in continua trasformazione e perfezionamento attraverso migliori modelli e dati acquisiti con maggior rigore e precisione.

Purtroppo, oggi, chi fa politica con ruoli importanti difficilmente viene dal basso con adeguate conoscenze delle problematiche territoriali e difficilmente riesce a fare politiche utili al cittadino, poiché non ha elaborato con la propria coscienza le soluzioni ampie e profonde, nonché multidisciplinari, per la risoluzione delle molteplici criticità sociali e territoriali spesso connesse tra loro, che ognuno di noi nel proprio ambito o habitat vede come singoli problemi personali distaccati e isolati dall’intero quadro generale, ma che in effetti sono tra loro concatenate di carattere politico, economico e sociale, che riguardano l’essenza dell’individuo e della società organizzata, e le rispettive carenze educative e conoscitive.

Ecco quindi Politica dal Basso, come dice il titolo, è quella che ha profonde conoscenze territoriali e ha sviluppato le idee giuste per affrontare le esigenze di tutti in modo sistematico, che parla di verità concrete che riguardano la vita reale e non usa un linguaggio artificioso irreale lontano dai cittadini atto creare distanze che fanno perdere di credibilità la politica, per il fatto che non riesce a mettere in pratica la sua nobile funzione economica e sociale.

Non basta quindi il voto del cittadino per stabilire quale politico sia migliore di altri o più utile alla collettività, a maggior ragione se non conosce altro e quali competenze dovrebbe avere, che spesso il solo cittadino estraneo alla politica difficilmente ha le capacità di valutare, per questo spesso in politica vincono gli slogan.

Come rimediare a queste carenze strutturali della politica? La politica del bene comune ha bisogno di figure professionali altamente specializzate con una mentalità sistematica capaci di dare valore aggiunto allo sviluppo equilibrato del territorio da ogni punto di vista, quindi il teorico di sistemi multidisciplinari applicati alla qualità della vita è sicuramente una di queste che mancano all’interno degli organi di governo, che operano con metodo interdisciplinare all’interno dell’ideologia della qualità della vita. Lo Stato che rappresenta la massima autorevolezza basata sulle migliori conoscenze deve proporre e saper indirizzare la politica a qualsiasi livello, governativo, ministeriale, regionale e comunale, facendo presente che i programmi di ogni partito devono come minimo avere questa finalità, e che devono essere compendiate a loro interno figure in grado di proporre per ogni territorio un adeguato sviluppo che corrisponda alle esigenze delle popolazioni locali.

La domanda è: un politico con forti carenze di conoscenza del territorio che non ha elaborato ancora le adeguate soluzioni sistematiche dipendenti da un’accurata valutazione d’insieme, può migliorare la qualità della vita dei territori e dei cittadini in modo sistematico? Ebbene la risposta è NO, perché la soluzione ad un problema di uno o più cittadini non deve essere in contraddizione con quelle di altri interni od esterni al sistema; questa è una prassi necessaria per ridurre i rischi, che vanno valutati a priori, soprattutto per valutarne l’impatto ed eventuali forme di risarcimento e per evitare facili speculazioni ai danni dei cittadini inermi, che dovrebbero fidarsi del proprio rappresentante, secondo un sano principio di senso civico; molto spesso ciò non accade, il che produce un impoverimento generale ad ogni livello, anche a livello democratico.

Secondo il mio modo di interpretare, in base alle mie personali conoscenze, ogni singolo problema va contestualizzato all’interno di un quadro generale, così come la sua soluzione.

La gestione della salute delle persone per esempio, è un problema la cui soluzione richiede la valutazione di un insieme di fattori, risorse, conoscenze, competenze, così come il governo di un territorio, così come il lavoro o la gestione di un’azienda o sistema ambientale; bisogna viverla la realtà, vivendo i problemi in prima persona, altrimenti le soluzioni migliorative non vengono.

In alcuni casi ci sono i cosiddetti manager politici ultra stipendiati oppure persone inadeguate al posto sbagliato, spesso mancano gli strumenti per poter agire in modo coscienzioso; in questo modo i problemi non fanno altro che rendere il sistema ancora più vulnerabile, poiché i rischi aumentano anziché diminuire.

All’interno di questa disorganizzazione, ognuno cerca di arrangiarsi come può, favori, conoscenze, opportunismo, clientelismo, familismo ecc. La competizione selvaggia aumenta, con essa aumenta il rischio della concorrenza sleale e il capitalismo diventa la dittatura del più forte, cioè chi ha più soldi; generalmente a questa deriva ci si oppone con soluzioni antitetiche di stampo comunista inadeguate, non più idonee al nostro periodo storico, anche perché all’eccessiva libertà degli uni non si può proporre l’eccessiva libertà degli altri, poiché il sistema rischia di rompersi; ciò ovviamente non conviene a nessuno, quindi la cooperazione leale tra pubblico e privato non  va sottovalutata, ma va rivalutata nell’interesse di tutti.

Questo metodo è fondamentale affinché prevalga la cultura del dialogo e non quella della prevaricazione, la speculazione ad ogni livello e la scarsa competitività, così come il rischio di fallimento ecc.

Affinché non prevalga la sfiducia e l’inciviltà, l’abbandono, il disinteresse, la paura, la povertà ecc.

Accrescere il senso civico, con tutte le conseguenze positive che esso comporta, può avvenire solo attraverso un piano rigoroso programmato di crescita della qualità della vita.

A tal fine ci vogliono le riforme strutturali paesaggistiche dell’ideologia della qualità della vita per rivalutare il settore primario, affinché sia di maggiore qualità ed internazionalizza-bile, quindi parchi agricoli e marini gestiti da consorzi di privati cittadini, che hanno la funzione di recupero e di tutela, rendendo produttivo ciò che non merita l’abbandono e la decadenza, che può diventare un’attività economica partecipando al benessere della collettività attraverso l’impegno dei singoli.

A tal fine ci vogliono le riforme strutturali paesaggistiche dell’ideologia della qualità della vita per rivalutare il settore secondario, col fine di mettere in moto l’Edilizia per rimodernare le periferie urbane con nuovi piani regolatori, atti a personalizzare e rendere la vivibilità migliore degna di un paese civile.

A tal fine ci vuole tutto questo per rendere migliore il settore terziario con una macchina amministrativa efficace ed efficiente, lineare capace di dare migliori opportunità a tutti, sfruttando ogni metro quadrato di territorio e per favorire gli investimenti privati socialmente utili.

A tal fine ci vuole un governo centrale capace d’interagire con i territori e l’Europa; tutte le leggi devono essere funzionali alle riforme strutturali paesaggistiche sottoposte all’ideologia della qualità della vita.

Tutto questo e molto altro con la quarta edizione d’ideologia della qualità della vita.

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