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L’ORGANIZZAZIONE DEI COMITATI A SOSTEGNO

DELLA RIFORMA PAESAGGISTICA

PER NAPOLI

 

L’articolazione territoriale delle responsabilità nel processo di gestione di vaste aree urbane affidata in forma di specifiche competenze all’istituzione comunale, è questione di fondamentale importanza.

L’individuazione di momenti decisivi nel corso della complessa dinamica politico-amministrativa, si qualifica infatti quale elemento discriminante ai fini di un’azione efficace. Valutazioni, queste, tanto più condivisibili se lette alla luce di precisi andamenti che tendono, in seguito alla discussa abolizione delle province, all’attribuzione di maggiori compiti in capo a quei comuni che vedono intestarsi il ruolo di città metropolitane, con il conseguente ampliamento di funzioni, nel mentre il sovraordinato piano statuale viene interessato da processi che in via formale, nonché sostanziale, ne tracciano un deciso ridimensionamento che assume i diversi tratti del decentramento, della devoluzione di sfere di sovranità ad organizzazioni sovranazionali, o del crescente assoggettamento ai mercati finanziari.

In effetti, appare dunque evidente, come l’istituzione comunale dovrà sempre più riscoprire ed assumere, quasi per paradosso, una palese centralità nei delicati equilibri istituzionali vigenti e futuri, che si esprime nel carattere di interlocutore più prossimo alle istanze ed alle esigenze di un territorio e della sua popolazione, come pure nella necessità di indicare un indirizzo prospettico all’ambito di riferimento.

Tale centralità si presenta quale precisa opportunità a patto di ridefinirla ed alimentarla al fine di non ridurla alla stregua di una mera implementazione di attribuzioni potenzialmente fittizie, ma di declinarla per l’effettivo miglioramento della qualità della vita delle realtà interessate.

A tal proposito appare evidente il dovere di individuare gli strumenti più idonei ed innovativi, capaci di manifestare la propria utilità nell’incedere di un impegno cosi rilevante.

In quest’ottica, un richiamo diretto a quello che è il ruolo svolto dalle Municipalità in seno all’organizzazione comunale, sembra più che mai opportuno.

Seppur in forma di limitati poteri, tali organismi si qualificano quali elementi di particolare interesse nella trasmissione e ricezione di stimoli ed impulsi nel corso della dialettica con le diverse strutture coinvolte nel processo amministrativo, tanto da rappresentare un valido paradigma di riferimento, che pure non può essere promosso sic et simpliciter  al rango di approccio risolutivo.

Il rischio ed a volte l’amara constatazione della tendenza a riprodurre anche in tale contesto quanto di negativo caratterizza la vita dell’istituzione municipale in forma di scarsa rappresentatività, accompagnata  spesso  dall’affermazione di sterili personalismi o lotte intestine alle formazioni politiche in ballo, cosi da contribuire ad alimentare il senso di estraneità di vaste fasce della popolazione nei confronti dell’impegno politico, ma altresì di inefficace e farraginosa azione amministrativa, e di carenza costante di risorse , è aspetto che non può essere negato.

Si avverte forte, quindi, il bisogno di sviluppare dinamiche alternative in grado di affiancare le tradizionali formule gestionali , arricchendo l’intreccio del tessuto amministrativo, ovviandone le fisiologiche carenze operative.

Un progetto, quest’ultimo, che si propone il compito di avviare un percorso volto a superare i manifesti limiti di vecchi assetti incapaci di comprendere, nei loro alvei angusti, il poderoso flusso di risorse spesso ad uno stato soltanto potenziale o ancora silenti, eppure indiscutibilmente percepibili ed indispensabili ad evitare uno sterile e talvolta fatalista appiattimento sul deludente dato reale, cosi come ad interpretare e dirigere il complesso corso di trame storiche in continua evoluzione.

Attingere, insomma, all’inestimabile patrimonio di energie vitali che rappresenta l’identità più profonda della vicenda partenopea.

Sprigionare da tale ricchezza l’idea di una storia nuova ispirata a criteri  volti a concretizzarne lo slancio ed incrementarne lo sviluppo.

In quest’ottica si presenta il tema essenziale di un nuovo patto civico.

Andranno, a tal proposito, individuati alcuni principi fondamentali che rispondano al nome di:

Partecipazione attiva.

Il superamento dello schema propagandistico-elettorale che vede l’impegno della gran parte dei cittadini limitato al recepimento passivo di proposte propagandistiche più o meno valide, credibili e praticabili in fase di campagna elettorale, e successivamente all’espressione del voto spesso obbligato da contorte motivazioni di matrice normativa quando non semplicemente opportunistica , risulta indispensabile ai fini di un agognato risveglio politico, nell’accezione etimologicamente  più alta del termine, che funga da viatico all’espressione degli interessi naturalmente esistenti, e che pure necessitano di passare al vaglio del discorso democratico;

Pensare di costringere la gestione della cosa pubblica all’attività di pochi soggetti, frequentemente noti e ripetutamente presenti a vario titolo nei gangli dell’amministrazione pubblica, magari in forza  di presunte , immutabili ed insindacabili virtù da ammirare in veneranda disposizione, ma più ancora l’esclusione di una mole enorme di esperienze, capacità, competenze che vivono in ogni luogo della città e fin nei suoi minimi anfratti in sembianza di persone reali e concrete, è non solo sinonimo di arroganza arroccata nel ridicolo culto di se stessa, ma spreco imperdonabile che presenta puntualmente un conto salatissimo da pagare al banco delle occasioni perdute e dei danni arrecati.

Introitare idee e proposte, ridefinire ruoli e distribuire compiti, può offrire nuove possibilità di scelta  fra opzioni diverse da quelle di stampo ostinatamente contabile, vero e proprio mantra nell’ambito delle attività di policy making;

Misurabilità.

La definizione di obiettivi vaghi rispetto ad opere da porre in essere, genera sfiducia e frustrazione in chi vede tradite le proprie aspettative , e non raramente si trasforma in terreno fertile per quelli che strumentalizzando rilievi che pure sarebbero comprensibili, come la complessità delle stesse, le difficoltà di realizzazione, la necessaria flessibilità da utilizzare in fieri, hanno il preciso intento di indurre uno stato di artificioso caos, funzionale al perseguimento di meschini interessi personali o di parte. A riguardo siano assunte a prove lampanti  i molteplici progetti mai realizzati, o per meglio dire, in tutta coscienza mal gestiti , fino a diventare oggetto di indagine da parte di una magistratura  capace, suo malgrado, di uno scarso impatto sullo svolgersi di tali criminali pratiche. Ben altri effetti produrrebbero cronoprogrammi precisi rispetto a precisi impegni frutto di precise decisioni prodotte nei modi in precedenza espressi.

Gli argomenti fin qui trattati assumono il tono del dovuto preambolo alla ricerca di un esito tangibile che individui un chiaro ambito di applicazione.

Tale ambito si afferma nello strumento dei Comitati.

Organizzazioni fluide per antonomasia, i comitati , permettono di intercettare i contributi più vari provenienti dai soggetti  più diversi in merito ad una molteplicità di argomenti di volta in volta proposti e trattati, in virtù degli interessi in gioco e delle sensibilità chiamate in causa.

Singole persone, gruppi, rappresentanti di organizzazioni o associazioni, cosi come esponenti di forze politiche o istituzioni pubbliche, hanno la possibilità di incontrarsi generando una feconda dialettica tesa alla realizzazione di attività concrete.

La facilità organizzativa dei comitati, favorisce quella indispensabile accessibilità che sostiene processi di inclusione e cooperazione.

La loro organizzazione, di conseguenza, permette di evitare rigide scelte di carattere verticistico e di  optare piuttosto per assetti  a carattere orizzontale, nel vivo dei quali ognuno possa percepirsi di volta in volta, centro attivo di una dinamica a densità crescente , pronta a finalizzare il lavoro precedentemente svolto, che pur assicura l’apertura costante di corridoi d’interlocuzione tali da garantire la ricezione di eventuali ulteriori apporti.

Cosi intesi i comitati si classificano quali fenomeni complementari e mai ancillari alle pubbliche istituzioni cittadine, svolgendo un ruolo di stimolo, di confronto, di collaborazione, di controllo e laddove possibile anche di sostituzione, colmando vuoti improduttivi e talvolta pericolosi per le sorti del territorio.

La tentazione di dar vita a comitati che si limitino a rispecchiare la suddivisione del comune in municipalità, deve essere accuratamente scartata.

Se infatti è pur ammissibile considerarla almeno inizialmente un comodo punto di riferimento, va altresì affermato che il risultato atteso non deve essere la formazione di sterili doppioni o di attori pseudo-conflittuali nei confronti  dell’esistente, ma lo sviluppo di realtà che abbiano l’ambizione di superare modelli che esprimono inevitabilmente un elemento di artificiosità, per generare ed incrementare processi in grado di cogliere ed evidenziare, quella trasversalità di problematiche, interessi, opportunità, che contraddistingue i diversi quartieri e luoghi, senza per questo sottovalutare le pur storiche specificità e rispettabilissime denominazioni, da interpretare con la necessaria intelligenza che sola può farne chiave di volta per la generazione di vantaggi condivisi e diffusi.

Un’elencazione tassativa delle possibili attività dei comitati sarebbe superflua, indice di superbia dirigistica, sicché indubbiamente contraddittoria, a fronte di una impostazione che elegge, tra l’altro, la creatività, la disponibilità intellettuale, la voglia di sperimentare a semi indispensabili da adagiare  sapientemente nel terreno di quell’agire comunicativo che sveste i panni dell’inconcludente e disarticolato attivismo, e s’incammina deciso verso un orizzonte altro.

Valgano, allora, da iniziali contributi le ipotesi e gli spunti operativi di seguito illustrati.

Percezione, individuazione e recupero delle risorse materialmente ed immaterialmente intese.

L’ambito urbano partenopeo , senza escludere lo sguardo dalle sue periferie, presenta numerosi beni dei quali soltanto una dannosa miopia impedisce l’accurato inventario.

Strutture ed attività pubbliche e private da innovare ed amplificare nell’esercizio delle loro funzioni all’insegna di pratiche declinate nei modi della ponderata sperimentazione; veri e propri capitali umani di esperienze e competenze consolidate come pure in fase embrionale, da osservare alla luce di nuove prospettive; inestimabili eredità sedimentate nel corso di millenni in forma di peculiarità vive che disegnano un’ identità  profonda , da meglio valorizzare, e se necessario, tutelare, rinnovare e reinterpretare nel rapporto con le mutevoli condizioni dei tempi correnti, sia evitando inutili timori reverenziali, sia respingendo l’assalto invadente di vuote mode passeggere, apprezzandone e dimostrandone, invece, la capacità rigenerativa e l’inesauribile vitalità.

La loro progressiva sistematizzazione, propedeutica alla maturazione di un approccio organico, allevato nell’accorta e costante valutazione critica, serberà considerevoli probabilità di sortire benefici effetti potenzianti.

Ideazione, quale sbocco naturale di tali processi,  di poli tematici dai contorni elastici e refrattari a rigidità espressive, ma attenti a rappresentare le più sentite esigenze  e le più brillanti intuizioni in forma di una illimitata varietà di iniziative, impostate nel rifiuto di schematici limiti territoriali e nell’affermazione di strategie integrate e mirate sinergie con gli opportuni livelli istituzionali , in grado di scardinare logiche settarie col fluire di soluzioni collaborative, funzionali al perseguimento verificabile di obiettivi forieri di vantaggi generali.

Alcuni dei succitati poli tematici potrebbero riguardare i seguenti argomenti e generare relative iniziative:

AMBIENTE:

Balneabilità della costa napoletana, al fine di recuperare il vitale rapporto della città con il mare, al momento sostanzialmente interdetto, al pari di realtà internazionali che hanno voluto e saputo farne elemento riconoscibile della propria identità.

Questo progetto  consentirebbe non solo la rigenerazione dell’estetica cittadina, favorevolmente disposta a confluire nella suggestiva narrazione di un graduale declinare delle sue vie fin su dalle colline alle accoglienti acque e di un affascinante ascendere da queste alle panoramiche mozzafiato, ma pure l’opportunità di incrementare attività di significativo impatto socio-economico, nel rispetto delle specificità stagionali e di una equilibrata relazione con le altre meraviglie del golfo.

Pedonalizzazione progressiva del territorio quale antidoto al dannoso inquinamento atmosferico ed al persistente caos veicolare , che oltraggiano il fascino storico e artistico di tanti quartieri che ne sono brutalmente aggrediti.

Incremento dei servizi di trasporto pubblico grazie a modalità atte a riorganizzare l’intero sistema in termini di leggerezza dei flussi, agilità delle tratte , percorsi tematici, economicità dei costi, sfruttamento di nuove metodiche e tecnologie, integrazione crescente delle dinamiche gomma- ferro

cosi da consentire l’effettivo esercizio del diritto alla mobilità a partire dai soggetti diversamente abili.

Recupero delle aree verdi urbane in primis dalla riqualificazione dei parchi più noti , passando per la diffusione omogenea di punti verdi, riservando un occhio di riguardo al fiorente fenomeno degli orti urbani, come pure agli accattivanti suggerimenti che giungono dal vasto panorama delle nuove tendenza urbanistico- architettoniche mondiali.

BENESSERE E SALUTE:

Organizzazione frequente di incontri finalizzati alla divulgazione di informazioni utili alla prevenzione delle patologie, con particolare attenzione al tema dell’alimentazione, e legati alla pratica di controlli periodici da realizzarsi in maniera alternativa alle tradizionali procedure sanitarie, prevedendo la nascita di snelli centri territoriali di riferimento, ma più ancora promuovendo approcci ispirati a tecnologie telemetriche.

 Individuazione di luoghi idonei all’esercizio di attività sportive, attraverso la costruzione di una fitta rete composta da svariati centri di origine pubblica e privata, da regolare complessivamente al fine di offrire concreta accessibilità alle diverse fasce della popolazione.

 Incremento delle ludoteche di quartiere,grazie ad un impegno diffuso nella loro organizzazione, che inizi dal reperimento dei materiali necessari fino alla loro gestione, cosi da fornire un ulteriore punto di riferimento che dimostri attenzione nei riguardi di una fase tanto delicata della vita come l’infanzia, in attesa dei benefici che ne deriverebbero.

CULTURA:

Inaugurazione di gruppi di studio ed informazione sulle regole ed i procedimenti formali utili all’attività amministrativa comunale, finalizzati ad una consapevole cognizione degli strumenti a disposizione delle istituzioni locali, tale da far chiarezza su una materia apparentemente oscura , ed invece di grande rilevanza per lo sviluppo ed il controllo di una sana attività gestionale.

Riscoperta e cura delle innumerevoli ricchezze archeologiche ed architettoniche presenti sul territorio, sotto forma di complessi, palazzi storici da aprire al pubblico, vie caratteristiche e poi piazze e scale troppo spesso abbandonate ad uno stato di degrado insopportabile, antitetico alle enormi potenzialità in esse insite , da volgere alla rivitalizzazione del tessuto urbano complessivamente inteso.

Sviluppo di eventi a cadenza periodica come pure quotidiana che siano espressione dell’inesauribile patrimoni umano della città. Fondamentale, dunque, impegnarsi per concedergli sbocco negli ambiti più disparati del territorio, a partire dalle abitazioni private, passando per aree pedonali, piazze, scale, plessi scolastici fruibili anche oltre gli orari canonici, teatri e sale cinematografiche da sottrarre alla decadenza , e centri di interesse culturale, attraverso divulgazioni itineranti,rivisitazioni storiche, manifestazioni drammaturgiche e musicali,riproposizione di unicità artigianali e culinarie, cosi da attingere a quella inesauribile fonte di ricchezza che assume una voce inconfondibile nel vasto coro delle esperienze umane tutte , con le quali pure deve essere chiamato a confrontarsi ed armonizzarsi.

INNOVAZIONE:

Aprire la realtà territoriale all’ applicazione o anche solo alla sperimentazione minuta di tutte quelle novità di matrice tecnologica, siano esse di origine autoctona o meno, in grado di offrire interessanti varianti al comune agire  in materia di riciclo, di energie pulite , di tecniche produttive ed altro, cosi da accogliere le più avanzate scoperte o metodologie, proiettando la città a livelli di attenzione internazionale per capacità d’interesse in materia di ricerca e sviluppo.

 Un lavoro del genere, pur quantitativamente ridotto rispetto al novero delle azioni possibili, permette di intuire l’alto grado di interrelazione fra un’iniziativa e l’altra, in un variegato gioco di interazioni fra i diversi quartieri o ambiti territoriali coinvolti, cosi come la possibilità di vedere responsabilizzate nella loro ideazione ed organizzazione, persone di diverse estrazioni, trascorsi ed interessi, e nella loro gestione chi, in rottura delle stantie tattiche di cooptazione vetero-politiche , scopre l’occasione di mostrare le proprie capacità ed il proprio entusiasmo, al netto di insindacabili e nette regole curriculari, con le soddisfacenti ripercussioni in termini motivazionali ed occupazionali, aspetto, quest’ultimo, che vuole significare come l’intenzione di accrescere il livello della qualità della vita, non è da intendersi in termini evanescenti, ma senz’altro in una positiva accezione utilitaristica che tenga conto delle esigenze più pratiche.

D’altronde non va escluso, ma anzi enfatizzato, come uno degli effetti più tangibili di quanto sinora trattato, potrebbe palesarsi nella nascita ed amplificazione di vere e proprie rendite da monopolio, tali proprio perché frutto di specificità di contesto, in grado, senza dubbio, di attrarre in loco, l’attenzione di soggetti a vario titolo interessati dal prorompente fenomeno in atto.

 Ulteriore questione consiste nel reperimento dei fondi necessari a tradurre in concretezza quanto fin qui descritto.

Senza dubbio un importante punto di partenza, non può che individuarsi nei classici flussi monetari, dei quali tuttavia è opportuno sottolinearne le criticità che evidentemente ne limitano la portata, se è vero che nel tempo tendono sempre più a ridursi i trasferimenti agli enti locali, che alquanto contorto se non addirittura incompiuto appare l’attuale impostazione del federalismo fiscale, e che usufruire dei fondi europei, risulta spesso difficile a causa dei complicatissimi itinera burocratici e della inconcludenza di larga parte dell’ attività politica in ambito istituzionale.

Urgono, allora, nuovi strumenti utili a sopperire alla cronica carenza di risorse che rischia di stroncare sul nascere ogni nuovo slancio.

Si miri, dunque, alla creazione di formule cooperative caratterizzate da  sponsorizzazioni, convenzioni, promozioni reciproche e offerte di beni e servizi altrimenti inservibili.

Si prendano in considerazione soluzioni legate allo strumento del microcredito, come strada alternativa alle restrizioni imposte dal sistema creditizio principale.

Si sondino le opportunità offerte dalle campagne di crowdfunding.

Si rifletta sulla possibilità di dar vita a fondi comuni , nei quali confluiscano risorse secondo le rispettive disponibilità, di tutti quei soggetti affascinati ed interessati ad investire nel raggiungimento di obiettivi percepiti come meritevoli e capaci di nutrire il senso di appartenenza e di condivisione delle sorti del territorio.

Inoltre non si sottovalutino le potenzialità delle dinamiche social proprie del web, grazie anche ad un eventuale ruolo strategico svolto dalla costruzione di un portale on line da parte del comune stesso, che permettono di narrare gli eventi e di diffonderli ben oltre i propri confini, cosi da attrarre anche in questo modo, curiosità ed interesse, ingredienti assai validi per monetizzare fenomeni rispondenti al nome di traffico virtuale e fiorente turismo reale.

 Una realtà viva è una realtà che ritrova fiducia in se stessa, che combatte i mali dell’incuria, del disfattismo e della paura sostituendo alla richiesta di aiuto esterno o solo di ordine pubblico l’affermazione di una rinascita sociale.

Una realtà che investe su di se e attiva un ciclo virtuoso che restituisce un accresciuto benessere.

Una realtà che può proporsi nelle vesti di mirabile modello.

Napoli può essere quella realtà perché può, in tempo di crisi, interrogarsi sul senso della sua perenne crisi e finalmente scegliere, in onore al termine stesso, e provarsi nell’impresa di partorire se stessa  restituendosi a nuova luce.

Si valuti, a tal punto, la proposta, nel rispetto di quanto precedentemente menzionato, di istituire  Comitati che pur inizialmente espressione di precise aree territoriali e conseguenti specifiche problematiche, sappiano, nello sviluppo del loro impegno, coordinarsi con altri nascenti  e arricchirne la crescita al fine di raggiungere i vari obiettivi di volta in volta individuati: