Ciò che limita la crescita dell’ideologia della qualità della vita sono le corporazioni, perciò c’è bisogno di verità, divulgazione corretta e completa.
L’articolo 21 della costituzione italiana:
<<Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dall’autorità giudiziaria nel caso di violazione delle norme che la legge …>>
Nella classifica stilata da Reporter senza frontiere per la libertà di stampa l’Italia sale dal 77° posto al 44°, ciò vuol dire che sono diminuite le intimidazioni e le minacce di morte, tuttavia anche l’indipendenza dovrebbe essere un argomento di non trascurabile importanza da parte dei cittadini e dallo Stato italiano.
L’informazione appare spesso troppo asservita alla politica e a particolari gruppi di potere per varie ragioni. Pertanto qualcosa va detto nell’interesse democratico e nel rispetto della funzione nobile del giornalista, il cui scopo dovrebbe essere quello di raccontare gli avvenimenti significativi politici, economici, sociali e culturali, e non deve essere soggetto a conflitti d’interesse.
In modo schematico ho individuato tre metodologie, che descrivono abbastanza fedelmente la realtà di oggi:
1. essere obiettivi raccontando i fatti con lo scopo di far emergere la verità, estromettendo i propri giudizi personali.
2. essere obiettivi, però facendo trapelare un giudizio di parte implicito o meno, poiché il giornalista avendo una sua etica personale tende naturalmente a farla emergere spesso anche inconsapevolmente, per cui avvantaggia un’idea anziché un’altra (fin qui nulla da eccepire).
3. il problema è la commistione tra interessi ad personam, questa categoria purtroppo, diventata la più numerosa da un po’ a questa parte, anche perché esistono tanti poteri a cui ci si può asservire e per svariati motivi: il giornalista che ambisce a fare carriera politica, quindi tende a fare favori a una parte anziché all’altra; il giornalista che ha bisogno di favori perché deve sistemare il figlio, l’amico, il cliente; il giornalista che è parte di un sistema di potere, rispetto al quale è obbligato e così via.
Questa deriva speculativa deve finire, a tal fine chiedo a tutti i cittadini liberi, che ritengono importante l’indipendenza e la libertà di stampa, di essere compatti e di unirsi insieme a me in questa giusta causa, è urgente una riforma necessaria a ridurre il rischio democratico e la scarsa qualità della vita.
In questo modo avremo un’informazione che persegue l’interesse generale, la migliore verità e il miglior progetto politico.
CONCLUSIONE: la funzione nobile della libertà di stampa è informare correttamente su ciò che concerne la realtà nel rispetto delle leggi, perciò non deve essere asservita a nessuno e non deve avere conflitti d’interesse; solo in questo modo può essere un valore aggiunto per lo sviluppo, la democrazia e il progresso, altrimenti diventa uno ostacolo alla crescita della qualità della vita.
Lo Stato deve sempre permettere l’ascesa del miglio progetto politico territoriale funzionale alla crescita del benessere.
Chiunque sia interessato a conoscere meglio il nostro pensiero e le nostre iniziative è invitato a proseguire la navigazione. Un compendio pratico ed esaustivo è inoltre disponibile nell’ultima edizione del libro “Ideologia della Qualità Della Vita” di D. Esposito.
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Valutare attentamente alcuni aspetti è difondamentale importanza per accrescere il “livello” credibilità del sistema paese, con lo scopo di creare quella rete legislativa ed operativa funzionale alla buona vita di tutti e del sistema produttivo, che una macchina statale deve avere e periodicamente aggiornare, adeguandosi ai nuovi modelli dinamici e multidisciplinari, incentivando e responsabilizzando il burocrate e l’addetto ai lavori a lavorare trasversalmente, per realizzare in modo efficiente ed efficace l’interesse comune, con lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro, agevolando tutti i membri di uno Stato a lavorare per obiettivi comuni, affinché ognuno faccia il proprio dovere nel proprio ambito di competenza, cercando di evitare inutili conflitti, col fine di raggiungere obiettivi precisi che si migliorano nel tempo, misurabili con la crescita dei vantaggi migliorativi per tutti, sfruttando il concetto di competitività e di qualità della vita, anche questi in continua trasformazione e perfezionamento attraverso migliori modelli e dati acquisiti con maggior rigore e precisione.
<strong>La piccola grande Europa che guarda la grande madre Africa; Italia la porta del Mediterraneo per una nuova forma di sviluppo; la geopolitica della qualità della vita</strong>
L’ideologia della qualità della vita applicata all’Italia propone una linea politica, economica e sociale equilibrata ben definita ed europeista, non conflittuale, quindi nel rispetto delle regole di bilancio e di non aumento della spesa pubblica, che va ridotta ma sempre in una direzione di ottica revisionista, per renderla sempre più produttiva, efficiente ed efficace, contro gli sprechi e al servizio del cittadino, sfruttando al massimo i fondi strutturali europei grazie ad una programmazione territoriale attenta funzionale alla crescita della qualità della vita.
Immaginate di applicare in Africa un processo di ammodernamento e di unità politica, economica e sociale, così come si è realizzato in Europa… Questa è quella che chiamiamo geopolitica dell’ideologia della qualità della vita… Nei prossimi mesi, con la quarta edizione dell’ideologia della qualità della vita, approfondiremo questo progetto geopolitico, nonché nuovo ordine mondiale. Ora concentriamoci sull’applicazione di sviluppo territoriale… generalizzabile!
PROPOSTA AL CAPO DELLO STATO ITALIANO SERGIO MATTARELLA
L’ideologia della qualità della vita applicata allo sviluppo dei territori si riferisce a investimenti che farebbero investitori non pubblici se invogliati da una politica più lungimirante che conosce bene il territorio e che ha una mentalità efficiente orientata alla crescita sistemica della produttività dei fondamentali settori produttivi di un determinato territorio non saturo, ossia un territorio che ha un buon potenziale di crescita, che se adeguatamente sbloccato attraverso una progettualità concatenata funzionale alla crescita economica e della qualità della vita, determina una crescita del benessere.